Emergenza carceri: rimpatrio dei detenuti stranieri, amnistia ed indulto nell'agenda del governo. Le proposte di Forza Nuova
Detenuti tragicamente deceduti o gravemente feriti, operatori sequestrati e aggrediti, strutture messe a ferro e fuoco e devastate. E’ sempre più tesa la situazione in molte carceri italiane in seguito alle limitazioni dovute al contenimento della diffusione del coronavirus. Sulla emergenza carceri, con posizioni politiche differenti dalla destra legge ed ordine incarnata dalla Lega e da Fratelli d'Italia si schiera Forza Nuova, come dimostra questa nota, diffusa alla stampa, firmata da Giuseppe Provenzale, vice segretario nazionale. Nota che riportiamo integralmente.
Emergenza #carceri
Nonostante il calo degli ultimi 10 anni (dovuto in parte alla fine del boom dell'immigrazione rumena), al 30 giugno 2019 i detenuti stranieri sono ancora il 33,42% della popolazione carceraria (più di 20.000 unità), circa 62.000 il numero totale dei detenuti stimabile ad oggi, a fronte di circa 50.496 posti disponibili.
62.000 - 20.000 = 42.000; se la matematica non è un'opinione, il rimpatrio dei detenuti stranieri nei paesi d'origine resta la prima cosa da fare per risolvere la questione del sovraffollamento delle carceri, il cui tasso è pari al 119,8%, il più alto nella Ue.
A questi provvedimenti vanno senz'altro aggiunte, specie in questo momento critico, altre misure urgenti (riduzione dei nuovi ingressi, indulto per le pene in esecuzione inferiori a due anni, maggior numero di permessi premio per le pene brevi e, come tornano a chiedere i penalisti: "un serrato confronto sull'ipotesi di amnistia" anche allo scopo di decongestionare il carico degli uffici giudiziari in questa fase di particolare emergenza).
Intanto, una lezione di civiltà in materia arriva dall'Iran, sì proprio da lì, colpito duramente da questa strana epidemia: "Il capo della magistratura iraniana Ibrahim Raisi ha annunciato che a circa 70.000 carcerati in tutto il paese verrà concesso il permesso di uscita come parte delle misure precauzionali per contenere la diffusione del Coronavirus" (IRNA).
62.000 - 20.000 = 42.000; se la matematica non è un'opinione, il rimpatrio dei detenuti stranieri nei paesi d'origine resta la prima cosa da fare per risolvere la questione del sovraffollamento delle carceri, il cui tasso è pari al 119,8%, il più alto nella Ue.
A questi provvedimenti vanno senz'altro aggiunte, specie in questo momento critico, altre misure urgenti (riduzione dei nuovi ingressi, indulto per le pene in esecuzione inferiori a due anni, maggior numero di permessi premio per le pene brevi e, come tornano a chiedere i penalisti: "un serrato confronto sull'ipotesi di amnistia" anche allo scopo di decongestionare il carico degli uffici giudiziari in questa fase di particolare emergenza).
Intanto, una lezione di civiltà in materia arriva dall'Iran, sì proprio da lì, colpito duramente da questa strana epidemia: "Il capo della magistratura iraniana Ibrahim Raisi ha annunciato che a circa 70.000 carcerati in tutto il paese verrà concesso il permesso di uscita come parte delle misure precauzionali per contenere la diffusione del Coronavirus" (IRNA).
C'è di che riflettere, magari evitando di prendere posizioni forcaiole preconcette. Sarebbe miope, tra le altre cose, non tenere conto del fatto che non è affatto vero, come sciaguratamente dichiarato dall'attuale, imbarazzante ministro della giustizia, che "gli innocenti non finiscono in carcere", ci finiscono eccome...
Qualche dato: "Dal 1992 (anno da cui parte la contabilità ufficiale delle riparazioni per ingiusta detenzione nei registri conservati dal Ministero dell’Economia e delle Finanze) al 31 dicembre 2018, si sono registrati oltre 27.500 casi: in media, 1057 innocenti in custodia cautelare ogni anno. Il tutto per una spesa che supera i 750 milioni di euro in indennizzi, per una media di circa 29 milioni di euro l’anno" (archivio errorigiudiziari.com).
Qualche dato: "Dal 1992 (anno da cui parte la contabilità ufficiale delle riparazioni per ingiusta detenzione nei registri conservati dal Ministero dell’Economia e delle Finanze) al 31 dicembre 2018, si sono registrati oltre 27.500 casi: in media, 1057 innocenti in custodia cautelare ogni anno. Il tutto per una spesa che supera i 750 milioni di euro in indennizzi, per una media di circa 29 milioni di euro l’anno" (archivio errorigiudiziari.com).
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