24 marzo 1937: finisce la battaglia di Guadalajara, la "prima sconfitta del fascismo"
Su Guadalajara, al centro della Nuova Castiglia, convergono strade importanti strade che si dirigono verso Madrid, distante 58 chilometri. Questa particolare posizione strategica spiega l'importanza della famosa battaglia durante la guerra civile spagnola tra l'8 e il 25 marzo 1937. Oltre alle forze governative parteciparono allo scontro le brigate internazionali nelle quali militavano numerosi antifascisti italiani. Essendo stato ferito in battaglia a febbraio il comandante Randolfo Pacciardi, il peso delle operazioni gravò sul suo vice, Ilio Barontini. Dalla parte dei nazionalisti combatté il Corpo truppe volontarie italiane. Fu questa la prima occasione di un confronto armato tra fascisti e antifascisti dopo la salita al potere di Mussolini e l'instaurazione del regime.
La battaglia si concluse con il successo dei repubblicani e degli antifascisti che rinviarono di due anni l'ingresso dei nazionalisti in Madrid. La propaganda antifascista seppe enfatizzare il successo ben oltre la sua reale dimensione militare, poco più di un pareggio. Il passo d'arresto rappresentò invece un problema per Mussolini, indebolendo la sua influenza su Franco, che a quel punto ripiegò su una tattica di avanzamento lento. Le truppe repubblicane produssero anche una parodia di Faccetta nera: Guadalajara no es Abisinia!
Cronologia della Battaglia
8 marzo - I fascisti italiani, euforici per la conquista di Malaga, attaccano le posizioni conquistate dai repubblicani nei primi giorni dell'anno nell'Alcarria. E' l'ennesimo tentativo di isolare Madrid, stavolta da nord, lungo la direttrice Guadalajara-Alcalà de Henares. Il CTV agli ordini del generale Roatta conta 50.000 uomini forti di 250 carri armati, 230 pezzi di artiglieria mobile, una compagnia di carri lanciafiamme, 50 aerei da caccia e 12 ricognitori e un parco di oltre 4.000 automezzi . Lo affianca una divisione spagnola forte di 20.000 soldati. Vi si oppongono 6/7.000 miliziani del Levante di cui la metà in linea, armati di fucili e poche mitragliatrici. Si trovano nella zona per addestramento dei carri armati sovietici. Alle 7, dopo un intenso fuoco di artiglieria, gli italiani travolgono le difese repubblicane. Roatta proclama: "Domani saremo a Guadalajara, dopodomani ad Alcalà de Henares e tra tre giorni a Madrid".
9 marzo - I miliziani si riorganizzano e facendo saltare diversi ponti rallentano l'avanzata nemica resa difficile da una pioggia insistente. Intervengono anche gli aerei repubblicani. Verso sera arrivano in linea l'XI e la XII B.I. e l'11^ divisione di Lister.
10 marzo - I fascisti, occupata Brihuega, proseguono fino al fiume Tajuña, a 26 km da Guadalajara. L'azione combinata di carri armati e aerei lealisti infligge gravi perdite. La Brigata Garibaldi impatta il nemico, il battaglione tedesco Thaelmann perde la posizione strategica del Palacio de Ibarra.
11 marzo - I fascisti, sotto la neve, tentano di rompere le linee repubblicane lungo la strada d'Aragona. Il battaglione "Commune de Paris", dopo gravi perdite, ripiega scoprendo il fianco dei garibaldini, costretti ad arretrare fino al km. 78.500, ultima linea di difesa di Guadalajara. L'aviazione repubblicana hanno il dominio dei cieli e bombardano incessantemente il nemico.
12 marzo - Fallisce un nuovo attacco lungo la strada di Brihuega. Lister, con un violento contrattacco, annienta la 3^ divisione "Penne Nere" del gen. Nuvoloni. L'iniziativa passa ai repubblicani. I garibaldini usano l'"Altovoz del Frente" per fare propaganda verso i soldati italiani ormai stremati da quattro giorni di scontri.
13 marzo - Il comando repubblicano ordina il contrattacco generale lungo il fronte di Trijueque. I legionari fascisti resistono ma per l'intervento dei carri armati rompe le linee di difesa in più punti e li mette in fuga. Nella rotta disordinata abbandonano molto materiale bellico e molti prigionieri.
14 marzo - La XII B.I. va alla riconquista di Palacio de Ibarra, persa dai tedeschi, da dove una postazione di artiglieria spara in continuazione sulle truppe repubblicane. L'attacco frontale tocca al battaglione Garibaldi, compagnie dell'"André Marty" e del "Dombrowski" lo sostengono ai lati. I garibaldini si portano sotto il muro di cinta costringendo i legionari ad asserragliarsi. Respinto un tentativo di rompere l'accerchiamento, fanno breccia nel muro, penetrando nel complesso e ingaggiando una violenta lotta corpo a corpo. Alla fine i fascisti, circondati e senza via di fuga, si arrendono: sono 262 i prigionieri; consistente è il bottino bellico: trattori per artiglieria, tre cannoni, sei autocarri, mitragliatrici, motociclette, viveri e indumenti.
15 marzo - I repubblicani riconquistano Trijueque. I fascisti sostituiscono le truppe di linea, sbandate e stremate, con due unità fresche, mentre Roatta chiede a Franco l'autorizzazione a sospendere i combattimenti e a porsi sulla difensiva per far riposare le truppe e riorganizzarle.
16 marzo - Giorno di tregua. Anche i repubblicani sono stanchi. Solo l'aviazione continua a martellare il nemico.
18 marzo - L'azione combinata di aerei, carri armati e artiglieria repubblicana getta il panico tra le fila fasciste. La XII B.I. riconquista Brihuega. Le divisioni fasciste appena arrivate in linea, già demoralizzate dalla ritirata disordinata dei loro camerati, sono a loro volta travolte e messe in fuga. Sono fatti 200 prigionieri e viene catturato moltissimo materiale bellico di ogni tipo.
20 marzo - I repubblicani riprendono la controffensiva ma con scarsi risultati. Mancano riserve per sostituire uomini stremati da tanti giorni di scontri.
24 marzo - Un'unità di Lister raggiunge il km. 97 della strada di Francia, praticamente da dove erano partiti i fascisti l'8 marzo. I legionari fascisti sono rilevati da una brigata di navarresi; negli scontri hanno perso 1.500 uomini, 1.200 i prigionieri. La battaglia di Guadalajara è finita. Sarà ricordata come la "prima sconfitta del fascismo".
Ho conosciuto uno che vi ha partecipato...e stato un pareggio non una vittoria di nessuno dei contendenti...poi ognuno puo vederla come vuole
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