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Si sciolgono gli Irriducibili, finisce la storia, continua la leggenda


"Come per tutte le cose della vita, esiste un inizio e, inevitabilmente, una fine. C’è un tempo per tutto. Anche su quelle storie fantastiche, gloriose, prima o poi, cala il sipario. L’importante è averle vissute queste storie. Da protagonisti, da leoni, anche pericolosamente. Senza rimpianti, senza rimorsi. E allora, ad maiora Irriducibili!". Inizia così il lungo comunicato con cui si scioglie lo storico gruppo ultras della Lazio, gli Irriducibili dopo 33 anni. "Proprio così, dopo trentatré anni abbiamo deciso di sciogliere il gruppo che ha scritto pagine importanti di storia, gloriose, che ha semplicemente rivoluzionato il panorama ultras, non soltanto italiano, ma anche internazionale", proseguono gli Irriducibili.
"Momenti esaltanti, difficili, giorni felici e tristi. Momenti che ci hanno fatto sentire vivi in un mondo di morti. Tutto è iniziato quell’ormai lontano 18 ottobre 1987, quando, in un tranquillo Lazio-Padova, apparve sulle gradinate dello Stadio Olimpico lo striscione Irriducibili. 10 metri di stoffa, scritta bianca, sfondo blu. Un nome che diventerà ben presto il nostro simbolo. Il nostro guanto di sfida al mondo intero". Così gli Irriducibili ricordano la loro nascita: "Il corteo di San Benedetto del Tronto è ancora vivo nelle menti di tutti. Le trasferte di Bergamo, Brescia, Napoli e Catanzaro tra tutte, lo scudetto conquistato a via Allegri, gli scontri con le altre tifoserie, le rivalità. Le iniziative benefiche e la solidarietà", spiegano nel comunicato.
"Irriducibili ha voluto esprimere la nostra volontà di non piegarci a nessun compromesso, al sissignore e al politicamente corretto. 'Non siamo cani perché senza padrone! Non siamo sciolti, Irriducibili ci unisce', recita uno striscione dei primi anni. Un monito da tramandare di generazione in generazione, da padre in figlio. Ma ora è tempo di andare avanti. Troppo sangue versato, diffide, arresti. Sempre a testa alta, abbiamo pagato sulla nostra pelle ogni situazione. Ed anche per rispetto di chi non c’è più siamo arrivati a questa decisione. Inevitabile", aggiungono.
"Ci sentiamo in dovere di ringraziare tutti. Ogni singolo componente che ha fatto parte del gruppo in questi trentatré lunghissimi anni. Sempre presente malgrado tutto. Dai fondatori, ai partecipanti. Da chi ci ha lasciato troppo presto, a chi combatte ancora con orgoglio. Da chi ha pagato con la libertà, a chi si è sporcato solo una mano di vernice. Da chi ha portato le aste delle bandiere, a chi ogni domenica era lì, in prima fila. Da chi ha portato le pezze, a chi ha passato notti insonni in sede. Da chi ha pianto, a chi ha riso. Da chi ci ha sempre creduto, a chi ha smesso di farlo. A chi anche solo una volta è stato su quel famoso muretto... a chi ha contribuito alle scenografie, a chi ha subito perquisizioni", prosegue il comunicato degli Irriducibili.
"Un manipolo di fratelli che di generazione in generazione ha saputo portare avanti un ideale di vita, di lazialità. Perché noi siamo stati Irriducibili e lo siamo ancora. Siamo stati rivoluzionari e lo siamo ancora. Un mix di aggregazione sociale, originalità, trasgressione senza eguali e goliardia. Irriducibili è stata una fucina di idee, di innovazioni, di una mentalità ultras sconosciuta fino a quel momento".
Nel comunicato gli Irriducibili ricordano uno dei loro leader, Fabrizio Piscitelli, meglio conosciuto come 'Diabolik'. "Un gruppo invidiato dal mondo intero che, purtroppo, ha perso 7 mesi fa uno dei suoi e dei nostri leader più carismatici: Fabrizio", scrivono.
"Da oggi - assicurano - ci sarà una svolta epocale. Senza precedenti per la Nord. Per la prima volta in curva sarà presente soltanto uno striscione, dietro il quale si identificherà tutta la tifoseria laziale: Ultras Lazio. Con la stessa voglia di sempre. Stesso entusiasmo, stessa adrenalina. E, soprattutto, con lo stesso spirito di quelli che eravamo, siamo e saremo. Sempre irriducibili dentro, perché il futuro è solo il ricordo di uno stupendo passato...", concludono.

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