Brescia, la Casa della Memoria in piazza con le Sardine. La destra si arrabbia
La Lega polemizza sull’adesione, a Brescia, della Casa della Memoria (associazione dei familiari delle vittime di piazza della Loggia, uccise da una bomba il 28 maggio 1974) al flash mob organizzato in piazza dalle Sardine il prossimo 25 gennaio.
"E’ davvero un peccato riscontrare per l’ennesima volta l’esposizione politica di un'associazione che dovrebbe essere patrimonio collettivo della città e della memoria bresciana - scrive in una nota l’assessore regionale lombardo Fabio Rolfi - Per questo risulta difficile immaginare una partecipazione attiva della Casa della Memoria a una iniziativa politica organizzata esplicitamente contro la Lega e che, come già capitato, ospiterà persone che inneggiano alla violenza (non solo verbale) contro Matteo Salvini. La memoria delle vittime di piazza Loggia non può essere patrimonio solo di una parte della città e non deve essere strumentalizzata da chi semina odio contro gli avversari politici".
Anche Forza Italia interviene sulla questione, presentando un’interrogazione al sindaco di Brescia, che verrà depositata in occasione del prossimo consiglio comunale. Nel testo si sottolinea l’adesione e il fatto che i finanziamenti raccolti dagli organizzatori dell’evento saranno destinati proprio alla Casa della memoria.
Considerato "che la Casa della Memoria (apartitica ed apolitica) è un’associazione nata per nobili scopi e voluta fortemente dalle Istituzioni comunali e provinciali" e "che il Movimento delle sardine non può essere considerato un ’ritrovo spontaneo’ di persone vista la chiara connotazione politica degli organizzatori", quindi, Forza Italia domanda al sindaco se qualcuno fosse a conoscenza dell’adesione e chiede "che la casa della Memoria non aderisca al flash mob organizzato dal Movimento per tutelare l’imparzialità e la terzietà dell’associazione stessa". Il documento e’ firmato da Paolo Fontana e Paola Vilardi.
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Fin qui la notizia di agenzia. Peccato che 9 anni fa, quando Manlio Milani, il mai abbastanza lodato presidente della Casa della Memoria, scelse di incontrare Gabriele Adinolfi per un pubblico confronto fu lapidato dalla compagneria nel silenzio generale del centrodestra.
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