Piazza Fontana, R. Graziani: chiedete agli eredi di Gelli e Andreotti
Dopo i fasti di Report e la doppia serie video a cui abbiamo dedicato l'attenzione che merita, Rainaldo Graziani è in grande spolvero. Stavolta la raffica di interviste riguarda l'imminente scadenza del 50ennale di piazza Fontana. Lui all'epoca aveva 9 anni ma è, a giusta raione, considerato uno dei depositari della memoria di Ordine Nuovo. Aspettando la pubblicazione di quella al "Fatto Quotidiano" (5 ore: i due disgraziati si stanno ancora riprendendo ...) ecco i primi spin off
ADNKRONOS: nessun mistero
"Le storie d'Italia di misterioso non hanno proprio nulla, nel caso di specie ancora di più. La strage venne attribuita a una sigla, Ordine Nuovo, il contenitore buono per tutti gli usi senza mai metterci dentro nemmeno un indagato. In mezzo secolo su piazza Fontana hanno lavorato migliaia di persone, diverse procure si sono occupate e si stanno occupando del caso ma un appartenente di Ordine Nuovo non ha avuto mai neanche un posto a sedere davanti a un inquirente. Questa è la rabbia antica che nasce nel vedere attribuire a una sigla un fatto così infame senza che un appartenente abbia mai dovuto sostenere anche solo un colloquio a sommarie informazioni".
"Mi sembra evidente che non ci sia alcun mistero sulla strage di piazza Fontana - prosegue - ma responsabilità istituzionali di chi in 50 anni si è ben guardato dal chiedere scusa o almeno il perdono alla moglie e alla figlia di Pinelli (Giuseppe, morto nella notte tra il 15 e il 16 dicembre 1969 precipitando da una finestra della questura di Milano, dove si trovava per accertamenti alla esplosione della bomba di piazza Fontana quattro giorni prima, ndr) private del loro marito e del loro padre fatto volare da un balcone. A me delle scuse o del perdono non interessa, ma se dopo 50 anni ancora non si vuole dire a chi giovò una strategia della tensione, che si continuino a fare celebrazioni e magari si invitino le famiglie di Licio Gelli e Andreotti a dare risposte".
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