La strage dei Graneris: un delitto atroce, buono per una trama nera
Fu in tutta evidenza un delitto di avidità e disumanità eppure, in pieno rispetto dello spirito dei tempi, i soliti giornalisti pistaroli vi costruirono una trama nera, incrociando la vittima che fu partigiano e il killer attivista missino.
È appena cessato l’eco dell’atroce delitto del Circeo. Gli intellettuali si rifiutano di accettare l’idea che a uccidere Pier Paolo Pasolini la notte del 2 novembre sia stato solo uno squallido marchettaro di Pietralata. Ed ecco una strage familiare rilancia il dibattito sulla dilagante superviolenza.
Il 13 novembre 1975, verso le 21,30, in una villetta alla periferia di Vercelli Doretta Graneris, 18 anni, il suo fidanzato, Guido Badini, 21 anni, e il suo amante, Antonio D’Elia, 19 anni, sterminano la famiglia della ragazza: nonni materni, genitori e fratello tredicenne.
La gelosia per il ragazzino, l’insofferenza per le regole imposte dai genitori, ma anche l’incredibile bramosia di mettere le mani sui risparmi del padre (circa 200 milioni) furono, per i giudici, la molla che fece scattare la follia omicida. A tradirli un bossolo caduto nella piega dei pantaloni del fidanzato e di lì nella sua auto. La coppia sarà condannata all’ergastolo, D’Elia a 24 anni. LEGGI TUTTO
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