Foggia, gli ultras rossi solidarizzano con i "neri" sotto attacco della questura
Ciurma nemica è la banda degli ultras foggiani agli antipodi del "Vecchio regime" che vede oggi otto suoi esponenti indagati dopo il sequestro di cimeli mussoliniani fanno infatti capo a Jacob, il grande laboratorio collettivo della sinistra antagonista dauna La loro solidarietà farà indignare i soliti beneintenzionati. I più spiritosi invece si divertiranno sul fatto che il tutto succede in una curva che di suo è già rossonera. Per me, infine, è soltanto una bella storia ultrà
Siamo stati fianco a fianco, spalla a spalla, in situazioni che è inutile raccontare a chi non può comprenderle. Abbiamo mangiato assieme, cantato assieme, ci siamo abbracciati sui gradoni e dinanzi alla questura, per un gol del Foggia. Abbiamo condiviso pullman e furgoni, spese e avvocati, risate e litigate. Ci siamo alternati alla consolle nelle feste di curva. Ci siamo sfidati a calcetto per stagioni intere. Sempre la stessa partita, ogni sabato. Ciurma vs Vecchio. E, la settimana dopo, Vecchio vs Ciurma. Nella loro sede abbiamo passato ore e ore in discussioni su coreografie e trasferte. E no, non siamo così distratti da non esserci accorti degli adesivi, delle sciarpe, delle bandiere, delle citazioni. Finanche dei cimeli.
Ma tra noi non è mai stata una faccenda di militanza politica. E non stiamo neppure parlando dell’usurato e abusato concetto di rispetto tra avversari o tra nemici. Qua, per chi la conosce, era proprio tutta un’altra storia. Noi siamo sempre stati legati alla nostra doppia morale di curva e di collettivo. Loro no. Per loro c’era solo la curva. Nessuno tra noi, né noi né loro, ha mai usato la curva come palcoscenico politico. Ma fuori è sempre stato diverso.
La politica, per come la intendiamo noi, ha poco a che fare con la semplice ostensione dei simboli.
Quelli li trovi ovunque, anche nelle edicole. O in commissariato.
All’alba del 28 novembre i poliziotti della Questura di Nocera gli sono entrati in casa. Con la ruvidità che si deve ai criminali, dinanzi a mogli e bambini, gli sono stati sottratti oggetti e sono stati portati via in manette. La loro sede è stata perquisita e posta sotto sequestro. Denunciati. Al momento non sappiamo per cosa. Ma le testate online, la stampa e i telegiornali già hanno impostato la linea: sono pericolosi neofascisti in procinto di ricostituire il dissolto Pnf. In conferenza stampa qualcuno, con un tronfio sorriso di vittoria, mostrerà gli arnesi sequestrati. “Brillante”, è stata definita l’operazione. E un nuovo mostro – metà nazista, metà ultras – sarà offerto alla ripulita coscienza delle anime belle.
Ma è una montatura, una indegna montatura.
I ragazzi del Vecchio pagano, a come ci pare evidente, un conflitto tra questure.
La volontà di fregiarsi del titolo di inflessibile sterminatore di ultras. E la simultanea voglia di punire la “lentezza” dei colleghi foggiani.
Dopo i fatti di Nocera del 15 settembre scorso, infatti, a qualcuno prudevano le mani. Ma quel qualcuno non avrebbe potuto valicare i confini della propria giurisdizione per mettere in pratica il proprio progetto. Aveva bisogno di un pretesto valido che trasudasse urgenza. E si è inventato che il simbolo del Vecchio Regime, visto chissà dove al “San Francesco”, poteva essere l’abbrivio di un bel lavoro di intelligence, a uso e consumo dei fessi che, in questo Paese, professano un antifascismo delegato alla sbirraglia. In realtà, e chi bazzica questi amatissimi bassifondi lo sa da sempre, il simbolo del Vecchio era, in passato, il simbolo del RRN che a sua volta, se vogliamo dirla tutta, lo mutuò dalle BRN milaniste, che tutto erano fuorché di destra.
Corsi e ricorsi di una cultura che ha i suoi simboli e le sue regole.
Che non può essere banalizzata in un verbale.
Ma il punto non è manco questo, a volerla dire tutta: il punto è che quel simbolo gira l’Italia da più di trent’anni, è – a prescindere dal suo significato storico – il simbolo della Foggia ultras. Un ricordo sentimentale anche per noialtri, che siamo di tutt’altra sponda politica e che, sugli spalti, abbiamo difeso e difendiamo Foggia.
Proprio da qui, da questa sponda, oggi, ci sentiamo di sputare sul teorema di sbirri e stampa e di schierarci, come nelle decine di altre occasioni sul campo, con gli otto ragazzi del Vecchio finiti, anche con un pizzico di colpevole ingenuità, nel tritacarne delle competenze. Che pagheranno sulla loro pelle la velleità di stupire di chi compie certe “brillanti” operazioni infischiandosene del danno reale che produce sulle persone reali e sulle loro famiglie.
Come ultras potete diffidarci quando vi pare e piace: è un diritto che la procedura vi concede. Ma non inventate storie.
Quelli della CiurmaNemica
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