Header Ads


CasaPound Napoli banda armata? Il fatto non sussiste

Il processo napoletano contro CasaPound si conclude con la più clamorosa delle assoluzioni. Perché il fatto non sussiste. L'esito del processo è per me motivo di articolare soddisfazione. Perché, ancora una volta, ci sono giudici che confermano quanto da me sostenuto in tempo reale. Come nel caso di Mafia Capitale.
Tutti assolti dalle accuse di associazione sovversiva e banda armata, in quanto "il fatto non sussiste": la seconda Corte di Assise di Napoli (presidente Alfonso Barbarano) non ha condiviso la linea dell’accusa rappresentata dal sostituto procuratore Catello Maresca nell’ambito del maxi processo nei confronti di militanti di Casapound durato quasi 7 anni (gli arresti risalgono al gennaio 2013, alla vigilia delle elezioni politiche). Solo una la condanna a tre anni inflitta a Enrico Tarantino, per porto e detenzione in luogo pubblico di ordigni esplosivi, precisamente quattro bottiglie incendiarie.
Il pm Catello Maresca chiuse con 35 richieste di condanna la requisitoria nei confronti dei militanti del movimento Casapound e di altre sigle come Blocco studentesco e H.M.O. Le pene più severe furono proposte per quattro imputati, ritenuti capi e organizzatori: 8 anni di reclusione furono chiesti per Enrico Tarantino, 6 anni ciascuno per Giuseppe Savuto ed Emmanuela Florino (figlia dell’ex senatore di An Michele) e Andrea Coppola. Il pm Maresca chiese anche pene alternative rispetto all’ipotesi d’accusa secondaria di associazione per delinquere "semplice". L’inchiesta partì in seguito a violenti scontri tra gruppi di estrema destra e di antagonisti, a Napoli. 
Per Maresca erano sussistenti le ipotesi di associazione sovversiva e banda armata perché il gruppo era ispirato da "un’ideologia che cerca lo scontro e si propone di affermare violentemente i propri ideali". Su questi due reati, nella fase delle indagini, si sono registrate decisioni contrastanti: la tesi della Procura è stata accolta dal gip Francesco Cananzi, bocciata dal tribunale del Riesame e riconsiderata invece dalla Cassazione, che aveva ritenuto i fatti al centro dell’inchiesta espressione "di una strategia ideologicamente orientata alla sovversione del fondamento democratico del sistema". 
Intanto, in attesa di approfondimenti, rivedetevi la mia vecchia intervista a Gaia Bozza, all'epoca a FanPage, oggi inviata per Sky Tg24
             

Nessun commento:

Powered by Blogger.