Bologna, "no alle schedature". Vandali contro Marco Lisei (FdI)
"Qui ci lavorano dei fascisti": è la frase scritta su alcuni manifesti affissi sui muri all’ingresso dello studio di Marco Lisei, avvocato e consigliere comunale a Bologna (ex Fi e ora con Fratelli d’Italia). Oltre ai manifesti, accompagnati da fotocopie di pagine di giornale, sul marciapiede è stata tracciata con vernice rosa la frase "No alle schedature".
Dell’episodio dà notizia, con un video su Facebook, lo stesso Lisei, protagonista nei giorni scorsi con il deputato Galeazzo Bignami (anch’egli ex Forza Italia passato a FdI: nella foto i due, con Bignami al centro, insieme a Giorgia Meloni) di un altro video pubblicato sempre su Facebook. Nel filmato i due passavano in rassegna nomi e cognomi di famiglie di origine straniera sui citofoni di case popolari a Bologna. L’iniziativa dei due politici bolognesi aveva suscitato polemiche e anche un esposto al garante della privacy presentato dall’avvocata Cathy La Torre, promotrice del network ’Odiare ti costa’.
"Ecco chi semina odio, quello vero", scrive oggi Lisei, mostrando gli imbrattamenti davanti al suo studio nel centro di Bologna. "A fronte di una legittima denuncia che noi abbiamo fatto sull’assegnazione delle case popolari, senza dire che le persone che ci sono dentro non fossero legittimate ad averle, abbiamo letto i nomi velocemente per far capire le assegnazioni, si è scatenata la caccia al nemico", commenta ancora Lisei, smentendo che siano state fatte schedature. "La macchina del Pd, evidentemente preoccupata di perdere le elezioni regionali, e la macchina di collettivi e centri sociali hanno scatenato la loro campagna d’odio - prosegue l’esponente di FdI - non contro quello che pensiamo, ma contro le persone. Io e Galeazzo Bignami siamo stati sommersi da minacce personali e oggi abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione del clima che c’è a Bologna"
"Ecco chi semina odio, quello vero", scrive oggi Lisei, mostrando gli imbrattamenti davanti al suo studio nel centro di Bologna. "A fronte di una legittima denuncia che noi abbiamo fatto sull’assegnazione delle case popolari, senza dire che le persone che ci sono dentro non fossero legittimate ad averle, abbiamo letto i nomi velocemente per far capire le assegnazioni, si è scatenata la caccia al nemico", commenta ancora Lisei, smentendo che siano state fatte schedature. "La macchina del Pd, evidentemente preoccupata di perdere le elezioni regionali, e la macchina di collettivi e centri sociali hanno scatenato la loro campagna d’odio - prosegue l’esponente di FdI - non contro quello che pensiamo, ma contro le persone. Io e Galeazzo Bignami siamo stati sommersi da minacce personali e oggi abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione del clima che c’è a Bologna"
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