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Assaltarono auto di Salvini: 5 anni per il rinvio a giudizio

"Bene il rinvio a giudizio degli attivisti dei centri sociali che hanno assaltato la nostra auto l’8 novembre del 2014. Buon senso dice che chi assalta auto, sfonda lunotti, mette a ferro e fuoco una città, si dice democratico e poi usa metodi violenti è giusto che paghi e paghi severamente. Mi auguro che il processo possa portare a condanne che siano anche di monito a chi sbandiera la democrazia e poi usa la violenza. Nella Bologna e nella Regione che abbiamo in mente atteggiamenti e azioni di questo tipo non avranno mai statuto. Rinnovo inoltre la nostra solidarietà a Enrico Barbetti, giornalista del Carlino aggredito in quella giornata, con 30 giorni di prognosi e fratture. Un grave attacco alla persona e l’ennesimo, vergognoso, tentativo di tappare la bocca, anche alla stampa". Così la candidata alla presidenza della Regione Emilia-Romagna Lucia Borgonzoni dopo che sono stati rinviati a giudizio 20 dei 21 attivisti del centro sociale Hobo che l’8 novembre del 2014 hanno assaltato l’auto di Matteo Salvini, dove erano presenti anche la stessa Borgonzoni, l’allora candidato Alan Fabbri e la consigliera comunale della Lega Mirka Cocconcelli.
Gli attivisti hanno sfondato il lunotto anteriore, posteriore e finestrini laterali con caschi e fibbie usati come oggetti contundenti. E poi calci, pugni. Uno è addirittura salito sul tetto dell’auto. Danneggiamento e violenza privata tra i reati contestati. Per la Lega a seguire il caso è stato l’avvocato Massimiliano Bacillieri

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