Antisemitismo. L'ultradestra polacca: non restituire i beni agli ebrei
Un pugno alzato, con in mano un rosario in segno di resistenza: è questo il simbolo della controversa marcia dell’indipendenza, evento annuale che celebra l’indipendenza polacca. Anche quest’anno l’anniversario ha richiamato migliaia di nazionalisti provenienti da tutto il paese e non solo, che hanno scandito slogan razzisti, contro gli immigrati e contro gli omosessuali. Si sono svolte anche la manifestazione governativa e quella delle opposizioni democratiche ed europeiste, che in migliaia hanno cantato Bella ciao sventolando bandiere delle Ue e arcobaleno. Lo schieramento delle forze dell'ordine ha evitato incroci tra le contrapposte iniziative.
L’estrema destra in Polonia ha sfilato a Varsavia . Le strade della capitale sono state riempite dai militanti dell’ultradestra per la marcia dell’Indipendenza, che il paese riacquistò in coincidenza con la fine della Grande Guerra. Anche quest'anno presente in piazza una delegazione di Forza Nuova.
Il corteo ha gridato cori e slogan contro gli ebrei accusati di volere “derubare la Patria”, contro i gay e contro l’Unione europea della quale sono state date alle fiamme le bandiere. Tra gli slogan più lanciati: “Fermiamo i circoli ebrei, vogliono rubarci 300 miliardi di dollari”. L’intento è quello di bloccare le richieste di risarcimento degli ebrei polacchi sostenute dai legislatori Usa, vittime della guerra prima ed espropriati dei beni sequestrati dai nazisti durante la seconda guerra mondiale.
A differenza dello scorso anno, il PiS – partito di destra che guida il paese – ha deciso di non sfilare assieme agli estremisti di destra. Decisione che gli ha risparmiato attacchi da parte delle opposizioni, convinte che l’ ultranazionalismo governativo rafforzi l’estrema destra polacca.
C’è incertezza sul numero reale degli estremisti di destra scesi in piazza, anche uno dei leader Krzysztof Bosak ha esultato a mezzo social. Krzysztof Bosak è stato eletto deputato alle ultime elezioni politiche ed è stato nominato vicepresidente e portavoce della Confederazione nel Sejm, Camera bassa del Parlamento polacco.
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