L’esito della perizia sul Dna, ricavato dai resti attribuiti a Maria Fresu, una delle vittime della strage di Bologna, conferma le indiscrezioni trapelate in questi mesi. C’è un’ottantaseiesima vittima e visto lo scempio del cadavere è la persona più vicina al luogo dell’esplosione. Ne esce così rafforzata la tesi di Francesco Cossiga, convinto che la strage fosse stato in realtà un incidente. Il Presidente emerito parlò di un’esplosione durante un trasporto. Quella donna sarebbe stata quindi il corriere. Riprende quindi slancio la pista palestinese che finora non ha superato il valico delle indagini preliminari.
Sul terreno giudiziario, al momento, nulla cambia, vista l’assoluta vaghezza degli elementi in base ai quali sono stati condannati i giovani dei Nar. Eppure questa perizia arriva come un macigno su quelle sentenze e sul processo in corso a Bologna contro Gilberto Cavallini. Ne ho parlato con Mia Grassi di Adn Kronos, come sempre impeccabile intervistatrice. Qualche amico l’ha già rilanciata sui social, qualcuno si è stupito della nettezza delle mie posizioni, visti i miei precedenti dubbi. La questione è estremamente semplice. La verità è una bellissima donna e, come diceva mio padre (ma ne era convinto anche Cossiga), chi si mette paura “nun se cocca cu ‘e femmene belle”… LEGGI TUTTO
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