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Omaggio a Tolkien. Quarantasei anni dopo

Il 2 settembre di quarantasei anni fa lasciava la vita terrena, ad 81 anni, lo scrittore inglese J.R.R. Tolkien. Un uomo che rimarrà per sempre nella memoria collettiva dell'umanità per la sua opera letteraria grazie ad un libro: Il Signore degli Anelli.

Allo scrittore inglese, ideatore del genere fantastico dobbiamo ore ed ore di puro piacere, di lettura incantata ed appassionata, di voli pindarici e di inevitabile coinvolgimento nelle avventure della Terra di Mezzo.
In occasione del quarantaseiesimo  anniversario della sua morte, riportiamo quanto scrisse l'anno scorso una nostra attenta ed affezionata lettrice del blog, Marika Poletti, già segretaria provinciale di Fratelli d'Italia a Trento che  ci inviò un suo personale ricordo dello scrittore inglese che riportiamo per intero.

Il 2 settembre del 1973 muore Tolkien. O, per dirla in altri termini, le sue spoglie mortali raggiungono l'adorata moglie che, su quella strada, lo aveva anticipato. Una storia che riassume essa stessa l'essenza di un legame così eterno da divenire racconto epico, di spada e di amore, in Bèren e Lùthien detta Tinùviel, usignolo.
Una narrazione che nasce da un ricordo, quello della visione della moglie che canta e balla in una radura in mezzo ai fiori, stridente immagine se paragonata alla devastante esperienza della trincea da cui Tolkien giungeva.
Una coppia, Bèren e Lùthien, destinata a strade diverse ma che decide pervicacemente di invecchiare assieme, accettando il sacrificio ed il dolore perché per l'eternità ne vale la pena.

Storia che ricorda quella, ben più conosciuta, di Arwen ed Aragorn: "Mi legherò a te" disse lei "e mi allontanerò dal Crepuscolo. Eppure quella è la terra della mia gente e la dimora di tutta la mia razza."

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