La militanza di Catanzaro, Pontecagnano e Reggio Calabria ricorda Stefano Delle Chiaie
Avanguardia Nazionale era nata con l'ansia di liberarsi dell'arroccamento nostalgico e della dannosa identificazione della tattica con la strategia, interpretando le ansie ed i bisogni del tempo, per realizzare il sogno rivoluzionario di abbattere il sistema.
Per questo motivo, come più volte mi confermò Stefano Delle Chiaie, parlando delle rivolte meridionali post 1968( Avola, Battipaglia, Caserta e Reggio Calabria) mi spiegò che, data la situazione che si era creata nel sud del paese, c'era l'occasione di una presenza attiva di Avanguardia per il popolo e con il popolo. Per questo motivo, Avanguardia partecipò alla rivolta agricola di Avola, nel dicembre del 1968, dove i braccianti avevano bloccato le campagne per ottenere il rinnovo del contratto di lavoro che tenesse conto delle rivendicazioni salariali e dove la polizia aveva sparato sulla folla, uccidendo due persone.
Poi a Battipaglia, nell'aprile del 1969, il cui obiettivo era quello di impedire la chiusura dello zuccherificio e del tabacchificio, anche qui la polizia aveva ucciso Teresa Ricciardi, una giovane professoressa colpita da un proiettile vagante e l'operiao Carmine Citro.
A settembre, prendemmo parte alla rivolta del pallone di Caserta, scoppiata dopo che la Casertana, conquistata sul campo la promozione in serie B era stata retrocessa con un provvedimento della giustizia sportiva.
Tre differenti casus belli, in grado di scatenare antichi rancori impastati di miseria e di ingiustizia.
I militanti di Avanguardia, come mi ricorda Stefano Delle Chiaie, erano lì, a viso aperto e riconoscibili, sinceramente partecipi delle rivendicazioni popolari, d'altronde il profondo malessere del sud per il sopruso e la prevaricazione per il mercato delle vacche, gestito dai partiti nazionali con la complicità della classe politica locale, la rabbia per la desertificazione umana provocata dalla necessità produttiva del capitalismo e quindi del forzato flusso migratorio verso le industrie del Nord erano tutti elementi basi per una piattaforma di partenza per una rivolta meridionale.
A ricordare, per primi, con gli onori che merita un Comandante ed un militante nazional rivoluzionario puro, sono militanti meridionali della cosiddetta destra radicale.
A Catanzaro, i militanti di Forza Nuova hanno ricordato la figura di Stefano Delle Chiaie, con uno striscione Comandante Delle Chiaie presente, mentre a Pontecagnano, popoloso comune della provincia di Salerno, confinante con Battipaglia, i militanti del locale nucleo della comunità di Avanguardia hanno affisso manifesti funebri in ricordo di Stefano Delle Chiaie.
Anche a Reggio Calabria, città dove Avanguardia aveva la propria roccaforte nel sud Italia ed aveva capeggiato, guidati da Stefano Delle Chiaie, la cosiddetta rivolta dei Boia Chi Molla, diventando parte attiva di quel popolo meridionale che rivendicava il sacrosanto diritto alla partecipazione e alla costruzione del destino della comunità nazionale, sono comparsi manifesti funebri in ricordo di Stefano Delle Chiaie, come ci informa Domenico Scarcella, nostro affezionato lettore, che ha avuto la premura di inviarci alcune foto.
Per questo motivo, come più volte mi confermò Stefano Delle Chiaie, parlando delle rivolte meridionali post 1968( Avola, Battipaglia, Caserta e Reggio Calabria) mi spiegò che, data la situazione che si era creata nel sud del paese, c'era l'occasione di una presenza attiva di Avanguardia per il popolo e con il popolo. Per questo motivo, Avanguardia partecipò alla rivolta agricola di Avola, nel dicembre del 1968, dove i braccianti avevano bloccato le campagne per ottenere il rinnovo del contratto di lavoro che tenesse conto delle rivendicazioni salariali e dove la polizia aveva sparato sulla folla, uccidendo due persone.
Poi a Battipaglia, nell'aprile del 1969, il cui obiettivo era quello di impedire la chiusura dello zuccherificio e del tabacchificio, anche qui la polizia aveva ucciso Teresa Ricciardi, una giovane professoressa colpita da un proiettile vagante e l'operiao Carmine Citro.
A settembre, prendemmo parte alla rivolta del pallone di Caserta, scoppiata dopo che la Casertana, conquistata sul campo la promozione in serie B era stata retrocessa con un provvedimento della giustizia sportiva.
Tre differenti casus belli, in grado di scatenare antichi rancori impastati di miseria e di ingiustizia.
I militanti di Avanguardia, come mi ricorda Stefano Delle Chiaie, erano lì, a viso aperto e riconoscibili, sinceramente partecipi delle rivendicazioni popolari, d'altronde il profondo malessere del sud per il sopruso e la prevaricazione per il mercato delle vacche, gestito dai partiti nazionali con la complicità della classe politica locale, la rabbia per la desertificazione umana provocata dalla necessità produttiva del capitalismo e quindi del forzato flusso migratorio verso le industrie del Nord erano tutti elementi basi per una piattaforma di partenza per una rivolta meridionale.
A ricordare, per primi, con gli onori che merita un Comandante ed un militante nazional rivoluzionario puro, sono militanti meridionali della cosiddetta destra radicale.
A Catanzaro, i militanti di Forza Nuova hanno ricordato la figura di Stefano Delle Chiaie, con uno striscione Comandante Delle Chiaie presente, mentre a Pontecagnano, popoloso comune della provincia di Salerno, confinante con Battipaglia, i militanti del locale nucleo della comunità di Avanguardia hanno affisso manifesti funebri in ricordo di Stefano Delle Chiaie.
Anche a Reggio Calabria, città dove Avanguardia aveva la propria roccaforte nel sud Italia ed aveva capeggiato, guidati da Stefano Delle Chiaie, la cosiddetta rivolta dei Boia Chi Molla, diventando parte attiva di quel popolo meridionale che rivendicava il sacrosanto diritto alla partecipazione e alla costruzione del destino della comunità nazionale, sono comparsi manifesti funebri in ricordo di Stefano Delle Chiaie, come ci informa Domenico Scarcella, nostro affezionato lettore, che ha avuto la premura di inviarci alcune foto.
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