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Speciale Diabolik/9. Funerali privati: il dolore della vedova, la sfida di Boccacci

Fabrizio non meritava di morire così. Nessuno merita di morire così.
Ci è stato vietato di celebrare un funerale in forma pubblica per motivi di sicurezza. 
Ma la sicurezza di chi? Al contrario di ciò che si pensa e si legge sui giornali, Fabrizio era un uomo amato dagli amici e rispettato da tutti. 
Non era un mafioso come lo si dipinge in queste ore: non ha mai subito condanne per associazione mafiosa o provvedimenti come il 41bis. E tutti i beni messi sotto sequestro ci sono stati restituiti.
Lo state uccidendo di nuovo; tanto quanto il killer infame che lo ha sorpreso alle spalle.
Non ci saranno problemi di ordine pubblico lo garantisco. 
Noi vorremo soltanto una cerimonia funebre che renda onore a Fabrizio, permettendo ai famigliari e agli amici di porgere l’ultimo saluto ad un uomo vero, un punto di riferimento per quanti lo conoscevano. 
Abbiamo il sacrosanto diritto di rendere omaggio a mio marito come merita, noi famigliari e le centinaia di persone che desiderano farlo.
Abbiamo il diritto e la volontà di consolarci nell’abbraccio della gente che voleva bene a mio marito. Ancora una volta, l’ultima

Così la vedova di Fabrizio Piscitelli contro la decisione del Questore di imporre i funerali privati del capo ultrà per scongiurare turbamenti dell'ordine pubblico. Questo diktat ha scatenato l'indignazione dell'ambiente e immediatamente Maurizio Boccacci, legato da lunga e profonda amicizia con Diabolik, ha raccolto e rilanciato il guanto di sfida: 
Solo la famiglia può dirmi di non dare. E ora arrestatemi pure

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