Speciale Diabolik/6 - La parola agli ultras: Toffolo, Zappavigna, Grinta, Vincenzo
Toffolo: 'Le nostre strade si erano divise da tempo’.
Non sente il bisogno di aggiungere altre parole Fabrizio Toffolo (nella foto, al centro), quando l’Adnkronos lo contatta per chiedergli un ricordo di Fabrizio ’Diablo’ Piscitelli. Toffolo aveva condiviso anni di militanza in Curva Nord fianco a fianco con Diabolik fin da ragazzo. Nei primi anni 2000 i due componevano il quartetto di comando degli Irriducibili e dell’intera curva Nord insieme a Yuri Alviti e Paolo Arcivieri.’Non vado più allo stadio dal 2006’, aggiunge ancora Toffolo. Che forse non è proprio un caso, verrà gambizzato per ben due volte, prima nel 2007, poi ancora nel 2013. Toffolo non sente la necessità di ricordare l’ex amico né intende commentare in nessuna maniera l’omicidio. Non si esprime neppure sulla datata prossimità che nell’ultimo anno si è trasformata in qualcosa di più, in legame solido, a doppio filo, tra gli Irriducibili e la costola romana di Forza Nuova capeggiata da Giuliano Castellino.
Alcuni indizi. Fu immediata la solidarietà del leader di Forza Nuova Roma quando gli Irriducibili, il 24 aprile scorso, esposero lo striscione ’onore a Benito Mussolini’ a Milano. Forza Nuova inviò alla stampa in tempo reale le immagini dello striscione corredate da un breve comunicato. Sempre Forza Nuova il 6 maggio scorso, in occasione dell’attentato alla sede degli Irriducibili in via Amulio, la strada parallela ad Acca Larenzia, per prima parlò di ’bomba antifascista’, una tesi poi ripetuta da Piscitelli in qualità di leader del gruppo ultras laziale.
’Non saprei, dal momento che sono fuori dalla curva da anni non posso esprimermi neanche su questo’, dice ancora Toffolo. Al quale, delle insistenti voci tutte interne alla tifoseria, attribuivano il contenuto di un volantino ostile alla gestione della curva Nord così condotta da ’Diabolik’ diffuso nel febbraio scorso.
’Siamo stati troppo tempo alla finestra - recitava il comunicato firmato ’Ordine Lazio’ - è ora di dire basta a una gestione di curva senza ideali o meglio uno ce n’è: il dio denaro. Tanti tifosi sono stufi e ci siamo riuniti sotto questa unica bandiera, ’Ordine Lazio’. Il nostro leader è ben noto è l’ex responsabile dei veri Irriducibili’.
Il riferimento a Toffolo è chiaro. E lui oggi sull’argomento risponde così all’Adnkronos: ’Tanti tifosi nel tempo mi hanno chiesto di rientrare in curva - ammette Toffolo - ma io sono uno dei tanti
disamorati da questa gestione societaria. Finché ci sarà questo presidente non tornerò’. E la medesima risposta Toffolo la ripete anche quando gli si domanda se, mancato Piscitelli, pensa di tornare a
guidare una tifoseria ora orfana del suo leader.
Zappavigna: fece bene ad aprire i negozi
"Di fronte a queste cose non esistono colori. Fabrizio lo ricordo come una persona corretta, coerente con le sue idee. Da tifoso ha costruito un gruppo che ha portato avanti una curva. Tante volte è stato criticato per il fatto che vendeva i gadget della tifoseria laziale. Io invece credo che, in un’Italia in cui non c’è lavoro, l’iniziativa privata dovrebbe essere premiata. Lui e gli altri ragazzi che più di 10 anni fa aprirono le catene di negozi in franchising ’Original Fans’ fecero bene, diedero un impiego a diversi ragazzi che altrimenti sarebbero rimasti per strada". E’ il ricordo di Fabrizio Piscitelli, l’ex capo degli Irriducibili ucciso ieri a Roma, reso all’Adnkronos da Guido Zappavigna, già ultrà romanista del gruppo Boys Roma 1972, e ancora oggi personaggio molto noto nell’ambito della tifoseria giallorossa. I negozi sono poi stati sottoposti a sequestro dalla Guardia di Finanza nelle indagini contro 'Diabolik'"Di Fabrizio mi ricordo che circolava il suo nome già tanti anni fa quando era ragazzino - dice Zappavigna - poi qualche anno fa ci siamo conosciuti di persona, era un grande tifoso laziale. Lascia una moglie, la figlia alle quali va il nostro pensiero".
Grinta: un aggregatore formidabile
E’ veramente difficile accettare una morte, ma quasi impossibile accettarla quando questa arriva ad una persona amica". Inizia così il ricordo personale dell’amico Fabrizio Piscitelli da parte del fondatore degli Irriducibili, Antonio ’Grinta’, un uomo che fin dagli anni 70 insieme e Goffredo Lucarelli ’Il Tassinaro’ e a tanti altri ha concorso a scrivere pagine di storia della tifoseria biancoceleste.
"Abbiamo passato i cinquanta anni chi da un bel po’ chi da poco - scrive ’Grinta’ in un messaggio che sta circolando tra i tifosi laziali - quella generazione ’strana’ dello stadio , bambini o semi ragazzetti nel 1974, ragazzi nel 1979 il derby della morte..quasi uomini nel 1987 con la nascita di un nome. Ricordi infiniti e indelebili: il bar a via Tuscolana per chiamare quei ragazzi ’cor core’, per le trasferte e i derby. Tanti ricordi tante cose, le mie discussioni con Fabrizio, le nostre chiacchierate infinite sulla nostra malattia di essere ultras laziale. Ragazzi di ogni quartiere di ogni ceto sociale si vedevano due volte alla settimana per la passione chiamata ’tifosi del tifo della Lazio’".
Fabrizio, assicura ancora ’Grinta’, "era un grande tifoso, ma conoscendolo bene una grande persona e soprattutto buona, pieno di generosità infinita per tutti. Parlava con tutti dal 12enne che veniva per la prima volta allo stadio, fino al quasi 60enne che gli rompeva i c...i sulla mentalità ultras. Aggregatore inimitabile, fenomenale. Gli ultimi anni vissuti più vicino a lui conoscendolo ancora meglio di quando aveva 15 anni, una persona che ha dato tanto, forse troppo alla nostra tifoseria. Eravamo negli anni settanta quasi ospiti della nostra urbe sponda laziale. Poi quella generazione che ha fatto diventare ospiti gli altri".
"Scriveranno tutto e di più - conclude ’Grinta’ - non importa, non ci serviranno sviolinate o lezioni di odio o di amore da nessuno, hanno purtroppo ucciso un grande tifoso laziale che ha fatto alzare la testa a tutti! Tutti quelli che amano i nostri colori, il nostro simbolo, il nostro nome : Irriducibili. Fabrizio riposa in pace".
Parla l'amico Vincenzo: aveva debiti per droga
"Aveva debiti per questioni di droga, e quando nel 2016 gli hanno sequestrato tutto il patrimonio, co
mpresa la villa dove abitava, non si e’ piu’ rialzato". A dirlo all’Agi e’ Vincenzo, ex ultra’ della Lazio, e grande amico di Fabrizio Piscitelli, conosciuto come Diabolik.
"Ultimamente - aggiunge - ci sentivamo poco. Ho dei figli da tutelare e so’ uscito da certi giri". Certo e’ che a parere di Vincenzo le lotte tra ultras rivali c’entrano davvero poco con l’omicidio, avvenuto ieri alle 19 al parco degli Acquedotti, in zona Tuscolana. "Tra tifoserie non ci si comporta cosi’. Io e Fabrizio abbiamo preso coltellate a Bergamo, dopo una partita tra Atalanta e Lazio, era diversi anni fa, sono stato anche ricoverato in ospedale", racconta Vincenzo che aggiunge: "Nessuno ti spara alle spalle per questioni di tifo, questa e’ roba da criminali".
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