I funerali di Diabolik: visto da destra, visto da sinistra
Abbiamo dedicato ampio spazio alla morte tragica e alla grottesca vicenda dei funerali di Fabrizio "Diabolik" Piscitelli, il leader degli Irriducibili ucciso presumibilmente dalla criminalità organizzata per il suo coinvolgimento nel narcotraffico. E' veramente notevole la differenza nella narrazione tra i cronisti d'assalto che hanno vissuto la cerimonia come un'espressione della prepotenza criminale e i familiari che invece hanno patito le ingerenze della Questura sull'organizzazione dei funerali e le invadenze dei giornalisti. Qui vi riproproniamo le opposte visioni in un remake della rubrica di Guareschi: Visto da destra, visto da sinistra
MAURIZIO BOCCACCI
Caro questore volevi a tutti i costi che le esequie per Fabrizio finissero in una bolgia di scontri e disordini ma ti è andata male !!!! Ti confesso che dopo aver portato a spalla,insieme al fratello Andrea,ragazzo stupendo,e insieme ad altri ragazzi la bara di Fabrizio, ero pieno di commozione ma nello stesso tempo di immensa rabbia nel vedere cosa stavano facendo i tuoi ignobili cani da guardia davanti al feretro e nei riguardi della famiglia e ti garantisco che mi sarei scontrato senza risparmiarmi ma come ripeto il rispetto che il momento richiedeva ha prevalso sù ogni infamia !!!!! Hai visto quanto amore è stato tributato a Fabrizio da quella folla di amici di ogni dove che lo hanno e seguiteranno ad amarlo e questa per te è stata la più grande sconfitta e umiliazione ! Fabrizio merita Amore e Onore e ciò gli è stato tributato ! Ci vedremo con i tuoi cani in altre occasioni e stai sicuro che per te saranno momenti molto duri !!! Fabrizio è stato onorato da tutto il suo popolo,un popolo fiero,pulito,leale,forte nell'azione e pieno di immenso amore per chi di amore e fraterna amicizia ne aveva fatto uno stile di vita !!!
Ti vogliamo bene DIABLO e ora vola libero nel cielo !
Questore per te solo infamia e disprezzo !!!
Sempre avanti DIABLO,sempre avanti IRRIDUCIBILI !
ONORE E GLORIA A VOI !
NELLO TROCCHIA (IL FATTO QUOTIDIANO)
Roma non si sveglia più. Mentre i politici giocano, come avevo già scritto, in questo momento a Roma si consuma una delle pagine più nere degli ultimi anni. Tutto nel silenzio della politica e delle istituzioni nonostante ampiamente anticipato. Un boss della droga viene osannato in pubblica piazza, il feretro non esce perché si tratta con i capi e i familiari, le squadre della finanza indietreggiano, i giornalisti insultati. Non parlate di lotta al crimine perché sfiorate il ridicolo, evitate. Vincono loro perché al rigore si preferisce l'accordo, alle regole il compromesso. Quello di oggi somiglia tanto ad una giornata di agosto di 4 anni fa quando fu celebrato il re dei Casamonica.
La famiglia accusa, fonti della questura smentiscono: "Non c'era alcun accordo di mostrare la bara di Fabrizio Piscitelli al pubblico radunato all'esterno del santuario del Divino Amore al termine del funerale". Questa pagina nera per l'antimafia e per questa città non ha ancora visto la parola fine.
Alla fine tutto è accaduto in silenzio. Niente, non è intervenuto nessuno: celebrare un signore della droga, a Roma, con avallo di stato, è del tutto normale. I politici sono impegnati nel posizionarsi rispetto alla crisi e, così, tutto è consentito. Quando racconto la capitale nel mio libro parto dalla frase di una pregiudicata napoletana: "A Roma è un’altra cosa. A Roma pure con dieci accuse ti danno cinque mesi di carcere, sei mesi, al massimo sette mesi. A Napoli, invece, per le stesse cose ti danno dieci anni. Ce ne dobbiamo venire tutti a Roma. Altrimenti è finita". Il paradiso dorato dei poteri criminali e delle mafie.
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