CasaPound, il Demanio deposita la denuncia e chiede sgombero e danni
Il Demanio, agenzia legata al ministero dell'Economia, ha denunciato in procura CasaPound per l'occupazione della palazzina dell'Esquilino, che adesso potrebbe quindi rientrare a breve negli stabili da sgomberare. Secondo La Repubblica, la richiesta di sfratto si chiude con una richiesta milionaria nei confronti dei fascisti del terzo millennio: come riscontrato dai pm contabili, infatti, 16 anni di occupazione a via Napoleone III hanno causato allo Stato una perdita di 4,6 milioni di euro. Lo stabile è enorme, e all'interno non ci abiterebbero persone o famiglia in emergenza abitativa, ma soggetti che hanno anche lavori stabili e situazioni reddituali incompatibili con condizioni di disagio sociale.
Del possibile sgombero di CasaPound se ne parla ciclicamente da anni ma paradossalmente la questione ha avuto un'evidente accelerazione negli ultimi mesi: la prima volta è stato chiesto dai consiglieri dem durante il consiglio comunale, e la richiesta è stata poi accolta dai colleghi del M5s e dalla stessa sindaca Virginia Raggi. Ma lì, sono sorti alcuni problemi, sia a causa di alcuni rimpalli di responsabilità tra Miur, ministero dell'Interno e ministero dell'Economia, sia perché – come si è scoperto successivamente – la denuncia per l'occupazione non era mai stata presentata.
Per il mancato sfratto dei militanti di estrema destra dallo stabile di via Napoleone III sono indagati nove dirigenti dell'Agenzia del Demanio, per i quali i magistrati hanno chiesto un risarcimento milionario alla Corte dei Conti. Secondo i magistrati "l'occupazione ‘sine titulo' va imputato a titolo di responsabilità gravemente colposa, all'inerzia dei direttori ‘pro tempore' della direzione Roma Capitale dell'Agenzia del Demanio e ai dirigenti competenti ‘pro tempore' del Miur per non aver agito in via di autotutela amministrativa e per non aver coltivato le azioni civilistiche volte alla restituzione del bene e al risarcimento dei danni che, in via autonoma o nell'ambito di azioni penali o civili possessorie e petitorie mai intentate o mai coltivate, sarebbero stati liquidati in sede giudiziaria nonché per non aver richiesto l'indennità di occupazione sine titulo agli occupanti". Tre di questi dirigenti, a oggi, sono già morti.
Del possibile sgombero di CasaPound se ne parla ciclicamente da anni ma paradossalmente la questione ha avuto un'evidente accelerazione negli ultimi mesi: la prima volta è stato chiesto dai consiglieri dem durante il consiglio comunale, e la richiesta è stata poi accolta dai colleghi del M5s e dalla stessa sindaca Virginia Raggi. Ma lì, sono sorti alcuni problemi, sia a causa di alcuni rimpalli di responsabilità tra Miur, ministero dell'Interno e ministero dell'Economia, sia perché – come si è scoperto successivamente – la denuncia per l'occupazione non era mai stata presentata.
Per il mancato sfratto dei militanti di estrema destra dallo stabile di via Napoleone III sono indagati nove dirigenti dell'Agenzia del Demanio, per i quali i magistrati hanno chiesto un risarcimento milionario alla Corte dei Conti. Secondo i magistrati "l'occupazione ‘sine titulo' va imputato a titolo di responsabilità gravemente colposa, all'inerzia dei direttori ‘pro tempore' della direzione Roma Capitale dell'Agenzia del Demanio e ai dirigenti competenti ‘pro tempore' del Miur per non aver agito in via di autotutela amministrativa e per non aver coltivato le azioni civilistiche volte alla restituzione del bene e al risarcimento dei danni che, in via autonoma o nell'ambito di azioni penali o civili possessorie e petitorie mai intentate o mai coltivate, sarebbero stati liquidati in sede giudiziaria nonché per non aver richiesto l'indennità di occupazione sine titulo agli occupanti". Tre di questi dirigenti, a oggi, sono già morti.
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