Roberto Fiore commenta l'ingiusta detenzione di Castellino e Nardulli: non c'è un giudice a Roma...
I giudici del tribunale di Roma hanno rigettato le richieste di scarcerazioni per Vincenzo Nardulli, leader romano della comunità di Avanguardia e Giuliano Castellino, responsabile romano di Forza Nuova accusati di rapina e lesioni aggravate ai danni di un fotografo del quotidiano La Repubblica gruppo L'Espresso. Episodio che sarebbe accaduto al Cimitero del Verano a Roma, lo scorso 7 gennaio, giorno in cui ricadeva il quarantunesimo anniversario della strage di Acca Larentia e la comunità di Avanguardia, come da tradizione, aveva organizzato la deposizione di una corona di fiori in ricordi di tutti i camerati caduti sulla via dell'onore presso la cappella dei martiri fascisti.
A sostegno di Giuliano Castellino e di Vincenzo Nardulli, si schiera, senza se e senza ma, Roberto Fiore, segretario nazionale di Forza Nuova, in una nota, diffusa alla stampa, che riportiamo per intero.
A sostegno di Giuliano Castellino e di Vincenzo Nardulli, si schiera, senza se e senza ma, Roberto Fiore, segretario nazionale di Forza Nuova, in una nota, diffusa alla stampa, che riportiamo per intero.
In una Roma dove regna il caos urbano, città attonita di fronte alla corruzione della magistratura e alla gestione 5Stelle, arriva una notizia d'altri tempi:i giudici confermano la detenzione per Nardulli e Castellino. Uno scandalo, una vergogna
Un "reato" che la polizia presente sul posto testimonia non essere avvenuto, una storia di ingiustizia che vede due militanti, Castellino e il settantenne Nardulli, detenuti per zero ragioni.
La militanza romana e l'ambiente politico della Capitale non possono non capire il profondo significato di quanto accaduto.
Chi non molla deve soffrire un interminabile Calvario e compiere un sacrificio affinché l'Idea resista e le strade si aprano ai militanti.E risuona un canto sempre attuale:
TRA MILLE VOLTAFACCIA C'È CHI MARCIA ANCORA,
POCHI SGUARDI NOBILI VEDRAN L'AURORA.
Un "reato" che la polizia presente sul posto testimonia non essere avvenuto, una storia di ingiustizia che vede due militanti, Castellino e il settantenne Nardulli, detenuti per zero ragioni.
La militanza romana e l'ambiente politico della Capitale non possono non capire il profondo significato di quanto accaduto.
Chi non molla deve soffrire un interminabile Calvario e compiere un sacrificio affinché l'Idea resista e le strade si aprano ai militanti.E risuona un canto sempre attuale:
TRA MILLE VOLTAFACCIA C'È CHI MARCIA ANCORA,
POCHI SGUARDI NOBILI VEDRAN L'AURORA.
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