La Comunità militante Irpina ricorda il sacrifico di Francesco Cecchin nel quarantennale della sua morte
(A.M) Quaranta anni fa, moriva a Roma il giovanissimo militante del Fronte della Gioventù, Francesco Cecchin, dopo 18 giorni di agonia, in seguito all'aggressione subito da un nutrito numero di militanti di sinistra del quartiere Trieste.
La Comunità Militante Irpina, in occasione del quarantennale della morte del giovane attivista del Fronte della Gioventù si recherà, senza ruoli, sigle e partiti, con la purezza della militanza, a Nusco dove è sepolto, per rendergli onore, come ci conferma questa loro nota che pubblichiamo volentieri.
MORIRE NON SIGNIFICA PERDERE.
La Comunità Militante Irpina, in occasione del quarantennale della morte del giovane attivista del Fronte della Gioventù si recherà, senza ruoli, sigle e partiti, con la purezza della militanza, a Nusco dove è sepolto, per rendergli onore, come ci conferma questa loro nota che pubblichiamo volentieri.
MORIRE NON SIGNIFICA PERDERE.
Questo fu il primo manifesto del Fronte della Gioventù di Avellino per commemorare l'estremo sacrificio di Francesco Cecchin. Da allora, dal 1980, ogni anno al cimitero di Nusco fra il 15 e il 16 giugno c'è sempre qualcuno che si reca a rendere onore alla sua memoria. Una tradizione militante che si è tramandata anno dopo anno, ed anche oggi, a 40 anni dalla tragica scomparsa di Fancesco, al cospetto della cappella della famiglia Cecchin, saranno in tanti a stringersi in una liturgia di rispetto e memoria.
Senza ruoli, sigle e Partiti, ma solo con la purezza della militanza, che una volta all'anno si ritrova e si inchina al cospetto di chi, per le stesse idee, ha dovuto patire il martirio.
Senza ruoli, sigle e Partiti, ma solo con la purezza della militanza, che una volta all'anno si ritrova e si inchina al cospetto di chi, per le stesse idee, ha dovuto patire il martirio.
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