Il 1921 sulle pagine de l'Assalto, giornale del Fascio di combattimento bolognese. La recensione di Alessandro Alberti al nuovo lavoro di Giacinto Reale
Il collega Alessandro Alberti, prezioso collaboratore di fascinazione, autore di Radio Alternative la destra che comunicava via etere, Eclettica Edizioni, di cui consiglio una attenta ed approfondita lettura recensisce ,l'ultimo lavoro di Giacinto Reale intitolato Il 1921 sulle pagine de l'Assalto, giornale del fascio di combattimento bolognese.
Con il libro “Il 1921 sulle pagine de L'assalto” edito da Eclettica, dedicato allo squadrismo bolognese, Giacinto Reale è arrivato al suo terzo lavoro. Lavoro, non fatica. Perché Reale è da sempre un appassionato studioso di questo periodo. Due appunto i libri sullo squadrismo e uno relativo al periodo della RSI. Va aggiunto per completezza, come quest'ultimo scritto abbia una impostazione saggistica, mentre i due precedenti erano romanzi storici fondati su fatti realmente accaduti, conditi da un pizzico di fantasia dell'autore per quanto riguarda i personaggi,per rendere più verosimile il racconto.
Con il libro “Il 1921 sulle pagine de L'assalto” edito da Eclettica, dedicato allo squadrismo bolognese, Giacinto Reale è arrivato al suo terzo lavoro. Lavoro, non fatica. Perché Reale è da sempre un appassionato studioso di questo periodo. Due appunto i libri sullo squadrismo e uno relativo al periodo della RSI. Va aggiunto per completezza, come quest'ultimo scritto abbia una impostazione saggistica, mentre i due precedenti erano romanzi storici fondati su fatti realmente accaduti, conditi da un pizzico di fantasia dell'autore per quanto riguarda i personaggi,per rendere più verosimile il racconto.
Questo testo si snoda particolarmente nell'anno 1921,che è quello più rappresentativo sia in ottica di offensiva militare delle camicie nere, sia per gli avvenimenti ad essa collegati. Il 1921 quindi “anno fascista per eccellenza”. L'autore trova la sua fonte di riferimento nel periodico squadrista di Bologna: L'assalto.
Come mai proprio Bologna? Per una serie di plausibili motivazioni. Per la capacità degli arditi locali di ribaltare a loro favore uno scontro impari con i rossi. Col passare del tempo infatti la forza attrattiva che il locale fascio di combattimento eserciterà sugli agrari, sugli studenti e sulla popolazione sarà sempre più dirompente e coinvolgente, fino a superare e sostituire quella social comunista bolscevica. Bologna quindi simbolo di una analisi del quadriennio fascista, che per essere meglio compreso deve partire dalla provincia non dai grandi centri come Milano in primis e successivamente Roma. La prima fu la città che vide la nascita dei Fasci Italiani di Combattimento e le prime azioni di rilievo delle camicie nere. Basti ricordare la duplice distruzione della redazione del giornale socialista L’Avanti da parte degli uomini del Capitano Ferruccio Vecchi, capo indiscusso del Fascio milanese. La seconda invece la città in cui Mussolini e il suo governo terranno in mano le redini del potere rapportandosi con la Monarchia, e la Chiesa. Partire dalla provincia significa per l'autore avere più capacità di comprendere meglio il fenomeno squadrista, per il semplice motivo che allora non c'erano i collegamenti, né tanto
meno la comunicazione che esistono ora e la provincia era un po’ un'isola a se. Tant'è veroche il fascismo bolognese sarà diverso da quello di Ravenna, come quello di Milano avrà una conformazione distante da quello della seppur vicina Cremona, così come quello di Bari rispetto a quello di Foggia. Giacinto Reale si soffermerà anche sul fascismo toscano decisamente più incline alla beffa,ad un tipo di azione fondato su pochi uomini e maggior rapidità , raccontandone alcuni suoi aspetti, ma che non esprimerà mai grandi capi, tolti Renato Ricci e Alessandro Pavolini cheperò era un ragazzo squadrista. Bologna viceversa avrà nomi altisonanti che fecero la storia del Fascismo come Leandro Arpinati e Dino Grandi. Ma l'Emilia stessa esprimerà nomi che resteranno nella storia fascista come Italo Balbo ed Ettore Muti solo per citare due tra i nomi più conosciuti. Il libro è ricco di episodi che utilizzando L'assalto ne dà esaustiva descrizione. Trovo ad esempio molto interessante se non altro per rimarcare lo spirito antiborghese degli squadristi, i primi episodi di caccia al borghese benestante già nel 1918 e l'avvertimento neanche troppo velato ai commercianti che, vedendo scomparire la minaccia rossa, avevano pensato di aumentare i prezzi. Da lì l'avviso tramite il periodico, che se tutto non fosse ritornato nella norma le vetrine avrebbero pensato gli squadristi a mandarle in frantumi. Il fascismo fu da subito un movimento antibolscevico e antiborghese. Un altro avvenimento emblematico datato 21 novembre 1920 è quello relativo all'assalto di palazzo D’Accursio daparte degli uomini di Arpinati, che difatto darà nuovo impulso ad un movimento che sembrava attraversare un periodo di crisi, destando più interesse specialmente tra i giovani. È noto infatti che fin dalla sua nascita il fascismo eserciterà la sua influenza sui giovani, con tutti i mezzi. Il testo è quanto mai interessante proprio per la selezione di articoli che riescono più di qualsiasi considerazione storica, a esplicitare l'idea del periodo più movimentato del quadriennio fascista. Da sottolineare come periodici o giornaletti che facevano riferimento alle camicie nere, in quel periodo ne saranno stampati diversi. Oltre L'assalto organo dell’arditismo felsineo, anche “La sassaiola fiorentina” giornale fondato da Amerigo Dumini e altri come “La scure”di Piacenza, “Balilla” di Ferrara, “Il maglio “di Torino citati nel testo saranno lettura frequente non solo per gli arditi ma per tutti gli aderenti e simpatizzanti dei fasci di appartenenza. La capacità di scaldare gli animi, di plasmare le coscienze con una scrittura schietta e non edulcorata sarà il punto di forza di questi giornali e/o periodici; anche se va detto che a firme illustri si alternavano personaggi con scarsa confidenza con la penna, ma capaci di scrivere pezzi più inerenti l'esaltazione della battaglia squadrista che non articoli culturalmente persuasivi. Il periodo storico, il contesto nel quale si producevano tali scritti amplificavano molto i contenuti di questi giornali. Essi erano in modo inequivocabile parte integrante ed espressione dell’arditismo. Si parte così nella narrazione dei fatti dal primo numero de L'assalto che corrisponde al 4 novembre 1920. Fu in questa occasione che il direttore Nanni Leone Castelli in una sua corrispondenza a "Il Fascio" ebbe modo di affermare che ilgiornale stampato in sedici ore e con la foto di Filippo Corridoni non portava nel sottotitolo ilnome della città di Bologna "perché L'assalto si può dare qui e altrove, né dichiara di essere scritto per una sola volta" è un giornale - battaglia" come del resto tutti i giornali collegati alle varie squadre di arditi. Le vicissitudini del Castelli sono riportate nel testo, così come tanti altri eventi. In un susseguirsi di avvenimenti che il giornale illustrerà o di cui si farà portavoce sipossono stabilire le coordinate dell'azione delle squadre di Bologna, che come preannunciail titolo si riferisce in particolare al 1921. La grande capacità di Giacinto Reale emerge anche in questo suo nuovo lavoro, tanto dapoter definire l'autore come uno dei pochi storici e studiosi dello squadrismo e deldiciannovesimo di un certo rilievo su scala nazionale. La selezione dei pezzi de L'assalto unita alla sua bravura nel collegare fatti e avvenimentirendono questo libro prezioso per tutti coloro che vogliono approfondire questa parte distoria.
Come suggeriva Angelo Tasca "Per parlare del fascismo occorre farne la storia.." ed è daquesta intuizione che Reale traccia il percorso per una lettura più approfondita ed esaustivadell'anno dell'offensiva militare fascista. Tramite il giornale più rappresentativo della realtà squadrista felsinea, questo grande lavorodi ricerca e ricostruzione storica, saprà sicuramente avvincere il lettore
meno la comunicazione che esistono ora e la provincia era un po’ un'isola a se. Tant'è veroche il fascismo bolognese sarà diverso da quello di Ravenna, come quello di Milano avrà una conformazione distante da quello della seppur vicina Cremona, così come quello di Bari rispetto a quello di Foggia. Giacinto Reale si soffermerà anche sul fascismo toscano decisamente più incline alla beffa,ad un tipo di azione fondato su pochi uomini e maggior rapidità , raccontandone alcuni suoi aspetti, ma che non esprimerà mai grandi capi, tolti Renato Ricci e Alessandro Pavolini cheperò era un ragazzo squadrista. Bologna viceversa avrà nomi altisonanti che fecero la storia del Fascismo come Leandro Arpinati e Dino Grandi. Ma l'Emilia stessa esprimerà nomi che resteranno nella storia fascista come Italo Balbo ed Ettore Muti solo per citare due tra i nomi più conosciuti. Il libro è ricco di episodi che utilizzando L'assalto ne dà esaustiva descrizione. Trovo ad esempio molto interessante se non altro per rimarcare lo spirito antiborghese degli squadristi, i primi episodi di caccia al borghese benestante già nel 1918 e l'avvertimento neanche troppo velato ai commercianti che, vedendo scomparire la minaccia rossa, avevano pensato di aumentare i prezzi. Da lì l'avviso tramite il periodico, che se tutto non fosse ritornato nella norma le vetrine avrebbero pensato gli squadristi a mandarle in frantumi. Il fascismo fu da subito un movimento antibolscevico e antiborghese. Un altro avvenimento emblematico datato 21 novembre 1920 è quello relativo all'assalto di palazzo D’Accursio daparte degli uomini di Arpinati, che difatto darà nuovo impulso ad un movimento che sembrava attraversare un periodo di crisi, destando più interesse specialmente tra i giovani. È noto infatti che fin dalla sua nascita il fascismo eserciterà la sua influenza sui giovani, con tutti i mezzi. Il testo è quanto mai interessante proprio per la selezione di articoli che riescono più di qualsiasi considerazione storica, a esplicitare l'idea del periodo più movimentato del quadriennio fascista. Da sottolineare come periodici o giornaletti che facevano riferimento alle camicie nere, in quel periodo ne saranno stampati diversi. Oltre L'assalto organo dell’arditismo felsineo, anche “La sassaiola fiorentina” giornale fondato da Amerigo Dumini e altri come “La scure”di Piacenza, “Balilla” di Ferrara, “Il maglio “di Torino citati nel testo saranno lettura frequente non solo per gli arditi ma per tutti gli aderenti e simpatizzanti dei fasci di appartenenza. La capacità di scaldare gli animi, di plasmare le coscienze con una scrittura schietta e non edulcorata sarà il punto di forza di questi giornali e/o periodici; anche se va detto che a firme illustri si alternavano personaggi con scarsa confidenza con la penna, ma capaci di scrivere pezzi più inerenti l'esaltazione della battaglia squadrista che non articoli culturalmente persuasivi. Il periodo storico, il contesto nel quale si producevano tali scritti amplificavano molto i contenuti di questi giornali. Essi erano in modo inequivocabile parte integrante ed espressione dell’arditismo. Si parte così nella narrazione dei fatti dal primo numero de L'assalto che corrisponde al 4 novembre 1920. Fu in questa occasione che il direttore Nanni Leone Castelli in una sua corrispondenza a "Il Fascio" ebbe modo di affermare che ilgiornale stampato in sedici ore e con la foto di Filippo Corridoni non portava nel sottotitolo ilnome della città di Bologna "perché L'assalto si può dare qui e altrove, né dichiara di essere scritto per una sola volta" è un giornale - battaglia" come del resto tutti i giornali collegati alle varie squadre di arditi. Le vicissitudini del Castelli sono riportate nel testo, così come tanti altri eventi. In un susseguirsi di avvenimenti che il giornale illustrerà o di cui si farà portavoce sipossono stabilire le coordinate dell'azione delle squadre di Bologna, che come preannunciail titolo si riferisce in particolare al 1921. La grande capacità di Giacinto Reale emerge anche in questo suo nuovo lavoro, tanto dapoter definire l'autore come uno dei pochi storici e studiosi dello squadrismo e deldiciannovesimo di un certo rilievo su scala nazionale. La selezione dei pezzi de L'assalto unita alla sua bravura nel collegare fatti e avvenimentirendono questo libro prezioso per tutti coloro che vogliono approfondire questa parte distoria.
Come suggeriva Angelo Tasca "Per parlare del fascismo occorre farne la storia.." ed è daquesta intuizione che Reale traccia il percorso per una lettura più approfondita ed esaustivadell'anno dell'offensiva militare fascista. Tramite il giornale più rappresentativo della realtà squadrista felsinea, questo grande lavorodi ricerca e ricostruzione storica, saprà sicuramente avvincere il lettore
Cercherò di acquistarlo. Mi interessa..
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