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Cagliari,morte di Doddore Meloni respinta l'archiviazione.Si riaprono le indagini

La Procura di Cagliari dovra’ indagare ancora sulla morte dell’indipendentista di Terralba Doddore Meloni, avvenuta il 5 luglio del 2017 nell’ospedale
Santissima Trinita’ di Cagliari, dopo una detenzione in carcere e uno sciopero della fame attuato per quasi due mesi.
 Il giudice delle indagini preliminari Lucia Perra, a tre mesi dall’udienza di discussione, ha rigettato la richiesta di archiviazione avanzata dalla stessa Procura. Lo ha reso noto l’avvocato Cristina Puddu, legale di Doddore Meloni e che si
era opposta all’archiviazione.
"In accoglimento della mia istanza per la famiglia Meloni", ha spiegato l’avvocato Puddu, "la richiesta di archiviazione e’ stata respinta, essendo stato
ritenuto necessario e doveroso il compimento di ulteriori approfondimenti investigativi, e per questo gli atti sono stati restituiti al pubblico ministero che nel termine di sei mesi dovra’ svolgere nuove indagini".In particolare, ha spiegato
ancora l’avvocato Puddu, "dovranno essere chiariti tempi e modalita’ di intervento sanitario durante l’ultima settimana di vita di Doddore, mentre si trovava ricoverato presso l’Ospedale Santissima Trinita’ di Cagliari, stanti le contrastanti
conclusioni espresse dai consulenti medico legali, anche per quanto riguarda il mancato accertamento di alcuni parametri vitali e la ripresa dell’alimentazione non adeguatamente controllata".
"Questo non e’ ancora il traguardo finale", ha dichiarato ancora l’avvocato Cristina Puddu, "pero’ e’ un’altra tappa veramente importante verso la verita’ che la vicenda di Doddore esige, non soltanto per rendere giustizia a lui, ma anche per
tutti quei sardi che non vogliono rassegnarsi e combattono ogni
giorno, per il rispetto dei propri diritti e la liberta’ della Sardegna".
La morte di Doddore Meloni, leader del movimento Meris,
aveva alimentato forti polemiche. L’indipendentista era stato arrestato il 28 aprile del 2017 per scontare la pena relativa ad alcune condanne per evasione fiscale e falso, condanne che aveva fortemente contestato, dichiarandosi prigioniero
politico e attuando subito dopo l’arresto lo sciopero della fame e quello della sete. Fortemente provato, Meloni aveva poi deciso di riprendere a bere, ma di proseguire lo sciopero della fame. Le sue condizioni di salute si erano aggravate ai
primi di luglio del 2017, tanto da richiederne il trasferimento dal carcere di Uta, dov’era stato rinchiuso proveniente dal carcere di Massama, all’ospedale Santissima Trinita’ di Cagliari, dove il 5 dello stesso mese era avvenuto il decesso. Il suo legale, l’avvocato Cristina Puddu, aveva detto come al momento del ricovero l’indipendentista si trovasse in condizioni gravissime. (AGI)




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