Genny 'a carogna si è pentito: da capo ultrà a narcotrafficante
da tre anni e accusato di traffico internazionale di sostanze stupefacenti, è salito alla ribalta delle cronache nazionali il 3 maggio del 2014 quando il Napoli vinse la Coppa Italia contro la Fiorentina e nel prepartita venne ferito gravemente il tifoso partenopeo Ciro Esposito (poi morto dopo un mese) con un colpo di pistola esploso da un ultras della Roma, Daniele De Santis, arrestato e condannato.
Quel giorno De Tommaso salì sulla balaustra dello stadio Olimpico e con una maglietta nera che inneggiava alla scarcerazione di Antonio Speziale, il giovane catanese indagato per la morte del poliziotto Filippo Raciti, dettò i tempi della trattativa tra forze dell’ordine,
calciatori e responsabili della Federazione.
La partita iniziò con un’ora di ritardo e non ci furono scontri, ma da quel giorno ’Genny la carogna’ diventò ’leggenda’ nel mondo dei tifosi sino poi al Daspo di 8 anni, all’arresto per associazione a delinquere, resistenza a pubblico ufficiale, all’indagine per traffico
internazionale, quella per camorra e di recente anche per la detenzione di un telefono cellulare in carcere, nel padiglione Avellino del reparto di ’alta sorveglianza’ di Poggioreale, con il quale seguiva le partite del Napoli e chiamava a casa. Da alcune
settimana ha deciso di parlare con la procura dopo una condanna a 12 anni.
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