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Madrid, la destra in piazza contro il governo Sanchez e la Catalogna indipendente: siamo 200mila




E’ scontro sui numeri delle persone che hanno preso parte alla manifestazione in plaza de Colon, nella capitale spagnola Madrid, contro il premier socialista, Pedro Sanchez, accusandolo di aver tradito il Paese aprendo al dialogo con gli indipendentisti catalani. Secondo la polizia alla protesta convocata dai partiti di destra hanno partecipato in 45 mila. Gli organizzatori invece festeggiano un 
grande successo e annunciano 200 mila partecipanti. 
A Madrid è andata in scena una prova di forza dell'opposizione di destra spagnola che ha chiesto le dimissioni del premier socialista, Pedro Sanchez. In piazza Colon si è radunata una folla imponente - 
con lo slogan ’Per una Spagna Unita. Elezioni’. Per l’occasione si sono ritrovati insieme il Partito popolare (PP), Ciudadanos e il partito di estrema destra Vox, le stesse forze che ora governano in Andalusia (anche se Vox si limita a un appoggio esterno) e unite nel denunciare il cedimento alla sfida separatista, in particolare con l’offerta a Barcellona di nominare un mediatore per disinnescare la crisi, peraltro respinta dalle forze catalane. 
Il leader del Partito popolare, Pablo Casado, ha invitato a boicottare i socialisti alle elezioni europee e ha assicurato che "il tempo del governo Sanchez è finito". Di certo il governo socialista rischia: ha solo un quarto dei seggi in Parlamento e dipende proprio dal sostegno dei nazionalisti catalani (a questo punto a serio rischio) oltre che di Podemos e di altri piccoli movimenti. Mercoledì è in programma il voto sul bilancio e a questo punto un’eventuale bocciatura potrebbe accelerare la chiamata alle urne con i partito di centrodestra favoriti nei sondaggi. 
Sanchez, da parte sua, ha accusato "le tre destre" scese in piazza di "alimentare le tensioni per dividere il Paese". "Il governo spagnolo sta lavorando per l’unità della Spagna", ha affermato, "le destre quando sono al governo esigono lealtà e quando sono all’opposizione si mettono a capo della tensione. E questo lo chiamano patriottismo? Questa è slealtà". 
La data scelta per la più grande protesta contro l’esecutivo di Sanchez è significativa: martedì davanti alla Corte suprema si apre il processo ai leader indipendentisti accusati di sedizione dopo il  referendum del 2017. Nel mirino c’è la politica di distensione con Barcellona portata avanti dal premier 46enne succeduto al popolare Mariano Rajoy. Sanchez ha già incontrato due volte il presidente indipendentista Quim Torra e membri del suo governo ma la sua proposta di lavorare a un nuovo statuto sull’autonomia si è scontrata con l’insistenza degli indipendentisti per un nuovo referendum sull’indipendenza, al punto che venerdì i colloqui sono stati interrotti dal governo spagnolo. 
’Per una Spagna unita, elezioni ora!’, uno degli slogan scanditi dai manifestanti tra cui erano presenti anche gruppi di estrema destra come Falange, Espana 2000 e anche formazioni ancora più estremiste 
come Hogar Social Madrid.

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