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Cesena: rinviati a giudizio 11 militanti di Forza Nuova per il funerale contro le unioni civili a Cesena

Un gruppo di militanti romagnoli di Forza Nuova è stato rinviato a giudizio a Cesena per istigazione all'odio: si tratta di undici militanti del movimento politico guidato da Roberto Fiore che il 5 febbraio 2017 avevano inscenato un finto «funerale d’Italia», portando in spalla una bara per protestare contro l’unione civile tra due persone dello stesso sesso celebrata quel giorno in Comune. Uno degli undici imputati ha fatto richiesta di messa alla prova. 
È la prima volta che qualcuno viene rinviato a giudizio per istigazione all’odio in base alla legge Mancino in base all'articolo 604 bis del codice penale.
Forza Nuova il 5 febbraio del 2017, aveva sfilato in un falso «corteo funebre» davanti al palazzo comunale di Cesena in concomitanza con l’arrivo di Matteo Capacci e Marco Zaccaria che quel giorno hanno stretto la loro unione civile. L’idea forza dei militanti era fare il funerale all’Italia perché come scrissero anche sui principali social network, un popolo che non fa figli è un popolo che muore. Querelati dalla coppia di uomini per diffamazione aggravata dal movente d’odio, sono stati rinviati a giudizio oggi dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Forlì, Massimo De Paoli, che ha riqualificato il reato in istigazione e propaganda all’odio e disposto la prima udienza l’11 settembre 2019. Nel procedimento si sono costituiti parte civile il Comune di Cesena, l’Arcigay di Rimini - Forlì - Cesena, e l’associazione Rete Lenford-Avvocatura per i diritti LGBTI, di cui fanno parte gli avvocati Francesca Rupalti e Manuel Girola che rappresentano la coppia di uomini vittime della manifestazione.

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