Header Ads


Bollino antifascista: CasaPound porta il Comune di Parma in tribunale

CasaPound Italia ha trascinato il Comune di Parma in tribunale. Decisione ovvia, d'altronde il movimento politico guidato da Simone Di Stefano non ha gradito la delibera varata dall'amministrazione approvata lo scorso 19 novembre sul cosiddetto bollino antifascista richiesto alle associazioni che vorranno usufruire di immobili comunali, occupare un area pubblica per una manifestazione, avanzare una richiesta  di contributo economico o di patrocinio del Comune per una manifestazione e, ancora, candidarsi alla gestione di impianti sportivi.
Tutte istanze per cui, in base alle modifiche applicate a ben quattro regolamenti comunali, chi le presenta dovrà firmare al momento della domanda agli uffici del municipio un documento in cui attesta "di riconoscersi nella democrazia costituzionale, di ripudiare il fascismo e la xenofobia e di non propugnare la violenza come forma di lotta politica".
Con un ricorso presentato al Tribunale amministrativo regionale (Tar) e notificato il 5 febbraio al Comune, Casapound ha quindi chiesto l'annullamento degli atti emanate da piazza Garibaldi e di sospenderne in via cautelare l'applicazione fino alla sentenza.
La Giunta guidata dal sindaco Federico Pizzarotti come si legge in una delibera assunta nella seduta di mercoledì di cui dà conto anche l'agenzia Dire,ha deciso così di presentarsi in giudizio "a tutela delle ragioni dell'ente", incaricando il dirigente dell'avvocatura municipale, di individuare "il professionista o i professionisti interni cui affidare l'incarico di difesa dell'ente" e "di impegnare le somme eventualmente necessarie per il loro compenso".
"Il 'regolamento antifascista' del Comune di Parma è un provvedimento che, in nome della democrazia, limita gli spazi di agibilità politica delle formazioni non gradite al sindaco. Un controsenso che peraltro travalica le competenze assegnate dalla legge ai Comuni. Noi ci riconosciamo nella Costituzione, scrive CasaPound, quella fondata sul lavoro in cui la sovranità appartiene al popolo. E non avremmo nessun problema a sottoscrivere di riconoscerci nella stessa visto che peraltro ci presentiamo regolarmente alle competizioni elettorali. Ma riconoscerci nella Costituzione ed essere antifascisti sono due cose completamente diverse. È per questo che abbiamo presentato ricorso. Perchè non può essere un Pizzarotti qualsiasi a decidere chi, a Parma come nel resto d'Italia, può fare attività politica o meno
".

1 commento:

Powered by Blogger.