La lettera di Castellino a L'Espresso: rivendico con orgoglio tutte le mie scelte
Giuliano Castellino, responsabile romano di Forza Nuova tra i principali protagonisti dell' inchiesta condotta dal settimanale L'Espresso sul ritorno degli squadristi neri, giunta oggi alla seconda puntata, ci invia copia di una lettera inviata ai colleghi de L'Espresso nella quale rivendica con orgoglio le sue radici, le sue amicizie, i suoi legami.
Ai giornalisti de L’Espresso.
Ora che la macchina del fango è stata riattivata e continua a lavorare "con infamia e senza lode", ora che siete rimasti fuori dalla storia, al guinzaglio del pagante De Benedetti, ora che il Pd si è sciolto come neve al sole e che il popolo non è più dalla vostra parte, soprattutto, ora che il vostro inchiostro serve, ancora una volta, ad avvelenare le nostre vite, ho delle precisazioni doverose da fare.
Mi preme chiarirvi però prima una cosa: questa lettera non serve a dipingere un buono, io non sono (l’avrete intuito persino voi) alla ricerca di una nuova immagine politicamente corretta, non chino la testa e non devo giustificarmi. Anzi. Sono qui a rivendicare con orgoglio le mie scelte, le mie radici, i miei amici e miei legami.
Non intendo qui prendere alcuna distanza da Primavalle, mio quartiere di nascita, tantomeno da tutti quei quartieri e dalla gente che li vive e che ogni giorno lotta al nostro fianco per i diritti sociali.
Non sono qui a rinnegare nessuno dei miei amici, delle mie “frequentazioni”. NESSUNO!
Tanto meno quelli che sono nelle patrie galere.
Da tempo preferisco i prescritti ai voi pennivendoli, gli uomini liberi che finiscono in prigione a voi benpensanti intrappolati nelle vostre viltà.
Voglio invece ribadire, ancora una volta, nel caso in cui non vi fosse chiaro, che ME NE FREGO se i vostri pennivendoli continueranno a descrivermi come uno spacciatore (assolto con formula piena) o come truffatore (indagine ancora in corso e so che ne uscirò pulito!).
Lo sappiamo, lo so bene, per voi i giudici sono bravi e giusti quando indagano o arrestano i vostri nemici, un po' meno quando li assolvono.
Scrivete pure ciò che volete.
HO DALLA MIA IL POPOLO.
I ROMANI SONO CON ME.
La vostra ipocrisia non ha più un quartiere a sostenerla e oggi persino a Via dei Volsci sono contro di voi!
Lo so, è doloroso per la gente come voi vedere il tricolore sventolare dove un tempo la facevate da padroni, dove prima c’erano le vostre bandiere.
È chiaro che il vostro odio e il vostro fango sono figli di questo livore.
Ora che NOI siamo tra i quartieri e i rioni, tra i disoccupati e i precari, con i detenuti e la gente senza casa, all’improvviso le borgate non vi interessano più, diventano coatte, la lotta per l'abitare un racket da quando non è esclusivo appannaggio di certa sinistra e la presenza nei quartieri occasione di malavita.
“Non c’è più morale, Contessa!”
E pensare che sono le stesse borgate che per decenni avete usato come trampolino di carriera politica e giornalistica, è quello stesso popolo che avete sfruttato e poi venduto e tradito.
Continuate pure e, nel frattempo, gettate fango. È chiaro che la vostra strategia è vincente.
Lo dicono i numeri!
Lo dicono i quartieri che vi si sono rivoltati contro.
Continuate a scrivere, ad invadere la mia vita privata e i miei affetti.
Otterrete, ancora una volta, l’effetto contrario.
A differenza vostra, io e la MIA GENTE siamo abituati a stare in prima linea, a metterci sempre la faccia, ad essere colpiti ingiustamente, a pagare gli errori.
Noi non puntiamo il dito, noi sappiamo sostenere chi cade e si rialza, noi non siamo abituati a unire i puntini tra le colpe e le classi sociali.
Noi non siamo come voi.
Noi siamo cresciuti tra lotti e marciapiedi, siamo ragazzi nati in strada e alla strada rendiamo conto, non alla vostra presunta legalità e nemmeno alla vostra morale.
Per noi l’usura legalizzata di questo tempo, il genocidio dei bambini, lo sfruttamento dei popoli e la speculazione sono crimini.
La nostra morale va al di là delle leggi imposte dall'establishment e, seppur duri, i nostri codici sono più umani dei vostri.
È questo che vi spaventa.
Vi spaventa che oggi un solo Castellino sia più forte del vostro potere mediatico, giudiziario e poliziesco.
Perché non mi avete fermato con le denunce, le sorveglianze e gli arresti.
Non restava che colpire la mia immagine, trasformare un militante nazional rivoluzionario in un malavitoso, e lo avete fatto.
Ma dimenticate una cosa: non è a voi che io devo rispondere.
Siete abituati male.
Fate bene ad odiare me e la mia gente, perché voi siete i tiranni e noi il popolo in lotta.
Io non mi piego di fronte a voi, non vi chiedo di smetterla e non vi denuncio nemmeno per le calunnie di questi giorni! Giornalisti, sbirri e toghe non sono miei amici, neanche quando posso usarli a mio favore!
Una cosa, invece, è certa: vi combatterò fino alla nostra vittoria.
Perché avete avvelenato la nostra Nazione, perché siamo nel giusto.
Non ho ricchezze da difendere, non cerco la pace borghese, non aspiro al consenso dei moderati e a una poltrona in Parlamento.
Sono un ragazzo di periferia, che ha potuto studiare (e molto), da sempre e per sempre un ultras. Amo Roma, l'Italia e il suo popolo, sogno la Rivoluzione e la giustizia sociale ed oggi vi dedico con piacere "Contessa”.
Giuliano Castellino, forzanovista.
Ai giornalisti de L’Espresso.
Ora che la macchina del fango è stata riattivata e continua a lavorare "con infamia e senza lode", ora che siete rimasti fuori dalla storia, al guinzaglio del pagante De Benedetti, ora che il Pd si è sciolto come neve al sole e che il popolo non è più dalla vostra parte, soprattutto, ora che il vostro inchiostro serve, ancora una volta, ad avvelenare le nostre vite, ho delle precisazioni doverose da fare.
Mi preme chiarirvi però prima una cosa: questa lettera non serve a dipingere un buono, io non sono (l’avrete intuito persino voi) alla ricerca di una nuova immagine politicamente corretta, non chino la testa e non devo giustificarmi. Anzi. Sono qui a rivendicare con orgoglio le mie scelte, le mie radici, i miei amici e miei legami.
Non intendo qui prendere alcuna distanza da Primavalle, mio quartiere di nascita, tantomeno da tutti quei quartieri e dalla gente che li vive e che ogni giorno lotta al nostro fianco per i diritti sociali.
Non sono qui a rinnegare nessuno dei miei amici, delle mie “frequentazioni”. NESSUNO!
Tanto meno quelli che sono nelle patrie galere.
Da tempo preferisco i prescritti ai voi pennivendoli, gli uomini liberi che finiscono in prigione a voi benpensanti intrappolati nelle vostre viltà.
Voglio invece ribadire, ancora una volta, nel caso in cui non vi fosse chiaro, che ME NE FREGO se i vostri pennivendoli continueranno a descrivermi come uno spacciatore (assolto con formula piena) o come truffatore (indagine ancora in corso e so che ne uscirò pulito!).
Lo sappiamo, lo so bene, per voi i giudici sono bravi e giusti quando indagano o arrestano i vostri nemici, un po' meno quando li assolvono.
Scrivete pure ciò che volete.
HO DALLA MIA IL POPOLO.
I ROMANI SONO CON ME.
La vostra ipocrisia non ha più un quartiere a sostenerla e oggi persino a Via dei Volsci sono contro di voi!
Lo so, è doloroso per la gente come voi vedere il tricolore sventolare dove un tempo la facevate da padroni, dove prima c’erano le vostre bandiere.
È chiaro che il vostro odio e il vostro fango sono figli di questo livore.
“Non c’è più morale, Contessa!”
E pensare che sono le stesse borgate che per decenni avete usato come trampolino di carriera politica e giornalistica, è quello stesso popolo che avete sfruttato e poi venduto e tradito.
Continuate pure e, nel frattempo, gettate fango. È chiaro che la vostra strategia è vincente.
Lo dicono i numeri!
Lo dicono i quartieri che vi si sono rivoltati contro.
Continuate a scrivere, ad invadere la mia vita privata e i miei affetti.
Otterrete, ancora una volta, l’effetto contrario.
A differenza vostra, io e la MIA GENTE siamo abituati a stare in prima linea, a metterci sempre la faccia, ad essere colpiti ingiustamente, a pagare gli errori.
Noi non puntiamo il dito, noi sappiamo sostenere chi cade e si rialza, noi non siamo abituati a unire i puntini tra le colpe e le classi sociali.
Noi non siamo come voi.
Noi siamo cresciuti tra lotti e marciapiedi, siamo ragazzi nati in strada e alla strada rendiamo conto, non alla vostra presunta legalità e nemmeno alla vostra morale.
Per noi l’usura legalizzata di questo tempo, il genocidio dei bambini, lo sfruttamento dei popoli e la speculazione sono crimini.
La nostra morale va al di là delle leggi imposte dall'establishment e, seppur duri, i nostri codici sono più umani dei vostri.
È questo che vi spaventa.
Vi spaventa che oggi un solo Castellino sia più forte del vostro potere mediatico, giudiziario e poliziesco.
Perché non mi avete fermato con le denunce, le sorveglianze e gli arresti.
Non restava che colpire la mia immagine, trasformare un militante nazional rivoluzionario in un malavitoso, e lo avete fatto.
Ma dimenticate una cosa: non è a voi che io devo rispondere.
Siete abituati male.
Fate bene ad odiare me e la mia gente, perché voi siete i tiranni e noi il popolo in lotta.
Io non mi piego di fronte a voi, non vi chiedo di smetterla e non vi denuncio nemmeno per le calunnie di questi giorni! Giornalisti, sbirri e toghe non sono miei amici, neanche quando posso usarli a mio favore!
Una cosa, invece, è certa: vi combatterò fino alla nostra vittoria.
Perché avete avvelenato la nostra Nazione, perché siamo nel giusto.
Non ho ricchezze da difendere, non cerco la pace borghese, non aspiro al consenso dei moderati e a una poltrona in Parlamento.
Sono un ragazzo di periferia, che ha potuto studiare (e molto), da sempre e per sempre un ultras. Amo Roma, l'Italia e il suo popolo, sogno la Rivoluzione e la giustizia sociale ed oggi vi dedico con piacere "Contessa”.
Giuliano Castellino, forzanovista.
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