Incidente al Verano. Giacinto Reale:io c'ero. Non è successo nulla di grave
Di Giacinto Reale abbiamo pubblicato ieri il breve e commosso racconto della commemorazione al Verano per Acca Larentia. Oggi riprendiamo la sua testimonianza sull'incidente incorso tra un gruppo di presenti e una troupe dell'Espresso. Reale non è mai stato avanguardista. Anzi, da missino doc (fu anche federale di Bari) ha avuto molto tempo fa anche dei contrasti politici. Ex ufficiale dell'Esercito non può neanche essere consideraro un facinoroso. Eppure la sua ricostruzione esclude con forza la possibilità che i due giornalisti siano stati malmenati.
Qualcuno di voi può seriamente credere che se un centinaio di giovanotti ed anzianotti, tutti egualmente cazzuti, e incazzati nella specifica circostanza, avessero “aggredito” un paio di giornalisti, il tutto si sarebbe risolto senza almeno una ospedalizzazione? Io c’ero, e posso dire ciò che ho visto, anche se sulla scena del fatto sono arrivato qualche minuto dopo l’inizio, quando, effettuato tra gli ultimi il saluto, stavo cercando Vincenzo per accommiatarmi, finchè l’ho trovato in un vialetto laterale rispetto al Sacrario, in quella che era la “scena del crimine”. Escluderei, però, che qualcosa di grave fosse avvenuto in precedenza, perché, nel caso, gli agenti per prima cosa avrebbero allontanato e “messo in sicurezza” la parte lesa. Invece, erano tutti lì, e i tre-quattro poliziotti in borghese, di fronte alla irrilevanza di ciò che stava accadendo, non avevano ritenuto nemmeno di chiedere aiuto ai colleghi dei gipponi che stazionavano all’ingresso del Verano. Nel merito, io ho visto un –uno solo- giovanotto (l’altro forse si era già allontanato), con macchina fotografica (o cellulare, con queste diavolerie moderne mi ci raccapezzo poco) e carta di identità in mano che discuteva con alcuni partecipanti alla cerimonia, mentre i poliziotti si interponevano pigramente. Niente schiaffi, niente pugni, niente sangue, niente strattonamenti...e nemmeno “un calcio nelle gambe ed una serie di schiaffi” denunciati da “L’Espresso”. La situazione era grosso modo tale e quale ad una litarella per una mancata precedenza stradale. Lo stesso giornale, nel suo pezzo, su un’ottantina di righe ne dedica solo un paio po’ “vaghe”, all’aggressione (che non c’è stata) e nel resto parla di “militanti nostalgici....Avanguardia sciolta negli anni ’70 perché eversiva....violazione dell’obbligo di sorveglianza speciale” e critica il Ministro Salvini. Un po’ poco se un vero atto di violenza si fosse verificato.... La ciliegina sulla torta: dopo due-tre minuti dal mio arrivo tutto è finito. Il giovanotto “aggredito” si è avviato all’uscita, accompagnato (solo per una decina di metri, però, fino al primo “incrocio” di viali) da due agenti. A seguirlo, fino alla fine, sono rimasto solo io che facevo la stessa strada. Speriamo oggi “L’Espresso” non parli di un “minaccioso pedinamento fino all’uscita, al quale il nostro redattore si è sottratto a stento
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