Sangue a San Siro. Un audio napoletano conferma: fu un appuntamento non un'imboscata
Un audio "senza censure" che riporta il commento di un ultras napoletano nei momenti immediatamente successivi agli scontri avvenuti prima di Inter-Napoli a Milano, il 26 dicembre scorso, a seguito dei quali è morto un altro ultras, Daniele Belardinelli, è stato acquisito dagli investigatori che indagano sull’episodio.
Questa registrazione conferma quanto da noi anticipato da Fascinazione, sulla base di diverse fonti ultras, già nella mattinata di lunedì. L’audio era circolato ieri pomeriggio su un sito degli ultras napoletani, dove però alcuni nomi dei presenti citati erano stati coperti. Ieri sera su una emittente televisiva sportiva, invece, e poi su un sito degli ultras dell’Inter l’audio è stato mandato in onda ’pulito’. Ora è stato acquisito dalla Polizia di Stato.
In esso, oltre a frasi e valutazioni su quanti feriti ci fossero e sulle modalità degli scontri, in cui sarebbero stati coinvolti 100 tifosi napoletani (più o meno tanti quanti erano gli interisti aggressori) si fa esplicito riferimento a un presunto gruppo della curva partenopea, ’La paranza del Barone’ e a un non meglio precisato "furgone di Carmine di Napoli".
Durante la spiegazione concitata dell’accaduto si fa anche riferimento a una breve "tregua" negli scontri, durante la quale i tifosi napoletani hanno permesso agli interisti di "riprendersi uno che sembrava morto" (probabilmente Belardinelli, ndR) e per questo dopo sono stati "applauditi" dai rivali nerazzurri.
Secondo il "Corriere della Sera" "anche i quattro napoletani feriti (Giovanni Stabile 43 anni, Angelo Iazzetta 39, Angelo Simone 37 e Luigi Corrente 40), militano in un gruppo organizzato della Curva A. Duri e puri, abituati agli scontri e agli agguati. Il gruppo di 10-12 pullmini napoletani si era riunito alle porte di Milano per poi entrare in Tangenziale Ovest in modo compatto e dirigersi al Meazza attraverso il corridoio di via Novara. Forse aspettandosi un agguato degli interisti. Quando la polizia ha intercettato grazie alle telecamere la carovana azzurra, è stata inviata la volante «Meazza 1» per scortare i tifosi fino al parcheggio ospiti. Ma l’agguato è avvenuto due chilometri prima, in un punto di «passaggio» dove non è prevista la presenza delle forze dell’ordine. Segno che la «regia» è stata nelle mani dei tifosi milanesi. Nonostante i capi storici della Curva Nord interista non abbiano preso parte all’assalto, ma anzi abbiano strategicamente mandato all’attacco volti meno «noti» dei loro.
Secondo il "Corriere della Sera" "anche i quattro napoletani feriti (Giovanni Stabile 43 anni, Angelo Iazzetta 39, Angelo Simone 37 e Luigi Corrente 40), militano in un gruppo organizzato della Curva A. Duri e puri, abituati agli scontri e agli agguati. Il gruppo di 10-12 pullmini napoletani si era riunito alle porte di Milano per poi entrare in Tangenziale Ovest in modo compatto e dirigersi al Meazza attraverso il corridoio di via Novara. Forse aspettandosi un agguato degli interisti. Quando la polizia ha intercettato grazie alle telecamere la carovana azzurra, è stata inviata la volante «Meazza 1» per scortare i tifosi fino al parcheggio ospiti. Ma l’agguato è avvenuto due chilometri prima, in un punto di «passaggio» dove non è prevista la presenza delle forze dell’ordine. Segno che la «regia» è stata nelle mani dei tifosi milanesi. Nonostante i capi storici della Curva Nord interista non abbiano preso parte all’assalto, ma anzi abbiano strategicamente mandato all’attacco volti meno «noti» dei loro.
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