Sangue a san Siro. Uno Sgarbi dannunziano esalta l'ethos guerriero degli ultras
"L’ultrà è la parte militare del tifo e in guerra si muore". Vittorio Sgarbi, critico d’arte, sindaco di Sutri e da sempre voce fuori dal coro, commenta così la morte dell’ultrà interista Daniele Belardinelli fuori dallo stadio San Siro .
"Nessuna morte è lecita né quella in guerra né quella degli Stati che hanno la pena di morte. Ciononostante, la guerra esiste ed esistono gli ultrà che sono arbitrariamente violenti se la loro azione è messa in atto contro spettatori ’civili’. Se tu sei un ultrà e combatti con spirito militare e intendi il tifo con spirito militare - argomenta Sgarbi - allora sei un soldato che combatte in guerra contro un altro soldato e puoi morire. Un soldato che va in guerra di certo non vuole morire ma lo mette in conto".
"Certo - evidenzia Sgarbi - la morte è un errore grave ma è determinata da uno stato di guerra, da una reciprocità. Poteva morire l’ultrà di una squadra opposta". La morte di questo ultrà, in sostanza, é "triste e grave" secondo Sgarbi ma è "nelle cose".
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