Sangue a San Siro. Il "grande accusato" è un capo della curva Nord ma non è fascista
«Dede» e «il Rosso» avevano trascorso insieme il Natale. E si erano ritrovati il giorno dopo in via Novara per l’agguato con spranghe, roncole e bastoni. Belardinelli era uno dei capi dei temuti «Blood and honour» di Varese, espressione del movimento neofascista LealtAzione. Ma Piovella, almeno così lo descrivono i rapporti della questura, pur facendo parte dei quattro leader del direttivo dell’intera Curva Nord, non era legato all’estrema destra.In questi anni è stato uno degli interlocutori delle forze dell’ordine in occasione di coreografie particolarmente laboriose che realizzava personalmente. Un ragazzo che proprio per il suo impegno nella curva, tutti conoscono e stimano all’interno del mondo ultrà. Non aveva precedenti. Anche se nel 2005 era stato indagato per i fumogeni contro il portiere milanista Nelson Dida in occasione della semifinale di Champions tra Inter e Milan. Ne era poi uscito con l’assoluzione in appello.
E' un ritratto interessante quello che il Corriere della sera offre di Marco Piovella, il giovane imprenditore accusato da uno degli arrestati di essere l'organizzatore della "battaglia di via Novara". Componente del direttivo della Curva Nord, capo dei Boys SAN, sigla storica di destra - perché calcata sulle più famose SAM, le Squadre armate Mussolini, secondo i soliti malpensanti - ma non legato all'estrema destra secondo le carte della Questura. Salta così un pezzo importante della narrazione dominante. Fortemente orientata dalla conferenza stampa del questore di Milano. Cardona giovedì mattina è molto incazzato per la clamorosa defaillance del dispositivo di sicurezza per una partita da bollino nero. Parla esplicitamente di "agguato squadrista". E del resto due dei primi arrestati, Irriducibili, sono militanti di LealtAzione. E fascista è anche la vittima di quello che al momento dovrebbe essere un incidente stradale. Poi sono arrivati altri elementi: la modalità anomala di arrivo della carovana azzurra, video che documentano la durata e l'intensità degli scontri, l'identità dei feriti, infine le ammissioni di parte napoletana. No, le indagini sono decisamente aperte e il fatto che siano affidate a un vecchio mastino come Guido Salvini è un segnale importante e una garanzia che proseguiranno a 360°.
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