Via il Crocefisso dalla scuola elementare di Fiumicino. La protesta del senatore della Lega De Vecchis
Il Crocefisso non si tocca! Dopo essere venuto a conoscenza che nel plesso scolastico di via Rodano a Fiumicino sono stati tolti i simboli religiosi dalle pareti della scuola elementare, il senatore della Lega, William De Vecchis, non ha esitato a denunciare l'accaduto e a dar voce alle proteste dei genitori, come riporta per primo il quotidiano laziale Il Faro on line.
«Lo scorso 8 novembre, in una riunione all'interno della scuola alcuni genitori si sono accorti che da qualche classe erano spariti i crocifissi, simboli della cristianità e della nostra cultura – dichiara il senatore De Vecchis in una nota - alle richieste di chiarimenti, la risposta è stata che l'eliminazione del Crocifisso era stata decisa per non mettere in imbarazzo i bambini di fede mussulmana presenti nell'istituto.
Una scelta che non condivido, - afferma il senatore della Lega - che per tutelare le esigenze di alcuni, mortifica i sentimenti di molti. Il Crocifisso è un simbolo che da sempre accompagna l'educazione dei nostri figli, incarna i valori che hanno affiancato la crescita storica del nostro Paese. Aggiungo di più: anche in una concezione laica, nessuno ha mai messo in discussione il valore del Crocifisso, pur mantenendo ogni famiglia una propria linea e un proprio credo. Ora però, per strizzare l'occhio ad un modo distorto di intendere l'accoglienza, si abdicano a valori, prassi e sentimenti popolari degli italiani per strizzare l'occhio ad altre culture.
Non è questo il senso dell'accoglienza e dello scambio culturale – prosegue De Vecchis - lo scambio esiste proprio in funzione di una diversità, accolta dall'altro e accettata da entrambi. Omologare noi stessi a tradizioni o religioni altrui non favorisce lo scambio, lo impoverisce. Per non parlare del principio di reciprocità per il quale ognuno dovrebbe assumere lo stesso atteggiamento nei confronti dell'altro, cosa che è evidente a tutti non accade quando noi ci rechiamo in Paesi musulmani. Li, per rispetto, ci adeguiamo ad usi e costumi che la società e la religione impongono, ed è giusto così. Non si capisce perché al contrario, qui in Italia, c'è chi non capisce questo passaggio e non offre, agli stranieri o ai seguaci di altre Fedi, la nostra peculiarità come un valore» ha concluso il Senatore De Vecchis.
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