Manovra bocciata, Alemanno: la Commissione Europea attacca la democrazia italiana
L'Unione europea ha bocciato la manovra italiana. La decisione era nell'aria ed è stata ufficializzata nella tarda mattinata di giovedì 21 novembre. La Commissione europea ha commentato: «La nostra analisi suggerisce che il criterio del debito deve essere considerato non rispettato. Concludiamo che l'apertura di una procedura per deficit eccessivo basata sul debito è quindi giustificata». Questo, tuttavia, «non significa che stiamo avviando ora una procedura», ha chiarito il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici, «ora spetta agli Stati membri» presentare la loro posizione «sulla nostra relazione» entro due settimane. La procedura verrebbe aperta dunque a gennaio, dopo il voto del parlamento sulla legge di Bilancio, dopodiché l'Italia si troverebbe davanti a un ultimo bivio: rimediare o vedersi imposte sanzioni economiche dal Consiglio.
La manovra italiana, ha argomentato la Commissione, vede un «non rispetto particolarmente grave» delle regole di bilancio, in particolare della raccomandazione dell'Ecofin dello scorso 13 luglio. Ragion per cui, Bruxelles ha deciso con «rammarico» di «confermare» la sua precedente valutazione della bozza del bilancio dell'Italia.
La bocciatura della manovra del governo Conte viene vista da Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma, leader del Movimento nazionale per la sovranità, formazione politica federata con la Lega come un attacco alla democrazia italiana da parte della Commissione Europea.
Una commissione, ricorda il leader sovranista, a fine mandato, largamente delegittimata dai risultati elettorali di Germania e Francia, che non ha nessun titolo per bocciare le scelte economiche di un paese fondatore e contributore netto come l’Italia.
Queste scelte sono compiute da un Governo, sostenuto da un’ampia maggioranza parlamentare, che sta cercando di portare l’Italia fuori da una crisi economica aggravata dai precedenti esecutivi tecnici e di sinistra. Il Governo italiano, conclude Alemanno, deve andare avanti, correggendo le parti della manovra che appaiono economicamente e tecnicamente discutibili, ma senza rinunciare ad approvare una legge finanziaria espansiva a favore dello sviluppo e del lavoro italiano.
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