Gianni Alemanno: dopo Berlino il muro della globalizzazione deve cadere
Il Muro di Berlino, (barriera di protezione antifascista) era un sistema di fortificazione fatto costruire dalla Germania dell'Est( Repubblica Democratica Tedesca, paese filo sovietico) per impedire la libera circolazione delle persone tra Berlino Ovest( Repubblica Federale di Germania) e il territorio dela Germania Est.
Fu considerato il simbolo della cortina di ferro, linea di confine europea tra la zona di influenza a stelle e strisce e quella sovietica durante la guerra di fredda.
Il muro, che circondava Berlino Ovest, ha diviso in due la città di Berlino per 28 anni, dal 13 agosto del 1961 fino al 9 novembre 1989, giorno in cui il governo tedesco-orientale decretò l'apertura delle frontiere con la repubblica federale.
Al ventinovesimo anniversario della caduta del muro di Berlino, Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma, leader della destra sociale in Alleanza Nazionale prima nel Popolo della libertà poi, ora leader del Movimento nazionale per la sovranità, dedica alcune considerazioni, sulla necessità ed urgenza di abbattere un altro muro per liberare l'Europa dai condizionamenti di una Globalizzazione che distrugge il lavoro ed i diritti dei cittadini.
Sono passati 29 anni dalla caduta del Muro di Berlino, dichiara Gianni Alemanno, che fu salutata da tutti, ma soprattutto da noi della Destra, come l’inizio di una nuova Europa libera e padrona del proprio destino. Oggi purtroppo dobbiamo constatare che quella speranza non si è realizzata: l’Unione Europea che è nata sulla riunificazione della Germania non ha liberato i nostri popoli da nessuna delle sudditanze che esistevano quando il mondo era diviso in blocchi. Continuiamo, ricorda il leader sovranista, a delegare il controllo del Pianeta a potenze extra-europee, mentre tutte le radici culturali e identitarie dei nostri popoli sono sacrificate sugli altari della Globalizzazione. L’unica novità rispetto al passato è l’egemonia tedesca sugli altri paesi della UE, un’egemonia che serve solo a scaricare le contraddizioni economiche tedesche sulle nostre spalle. Ecco perché un altro muro deve cadere: devono essere sconfitti democraticamente quelli che sono sempre stati, ieri come oggi, i garanti della subalternità europea: PPE e PSE. Per questo, conclude Alemanno, le elezioni europee del maggio prossimo sono decisive per portare nel Parlamento di Strasburgo una maggioranza di forze sovraniste. Recuperare la sovranità nazionale è la condizione preliminare ed indispensabile per affermare la sovranità europea: solo partendo dall’identità e dai diritti dei singoli popoli del continente si riuscirà a far nascere un’Europa libera dai condizionamenti di una Globalizzazione che distrugge il lavoro e i diritti dei nostri cittadini.
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