Il processo si conclude con 30 condanne a pene variabili da 5 anni e 3 mesi a 6 mesi. Il Viminale scioglie il gruppo per decreto. I tentativi di ridare vita a un’aggregazione tradizionalista saranno repressi sistematicamente con due successivi maxiprocessi. Il primo con 119 imputati per ricostruzione del partito fascista. Il secondo con circa 150, molti accusati di crimini “comuni”, variamente connessi con le attività dei militanti impegnati nella rifondazione. In realtà, nonostante i forti enunciati, il MPON non era per nulla attrezzato a sostenere il passaggio alla clandestinità e, di fatto, nei successivi tentativi di rigenerazione avrà un ruolo marginale o nullo il gruppo dirigente storico.
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