Chiusa la fabbrichetta dei bengalesi. Fratelli d'Italia: espellere gli immigrati che non rispettano le leggi
I carabinieri nel corso di un servizio organizzato per controllare le condizioni di sicurezza sui luoghi di lavoro e scoprire eventuali casi di lavoro nero, hanno scoperto a Grumo Nevano, comune della città metropolitana di Napoli un opificio dove 12 persone lavoravano a "nero" per 11 ore al giorno in cambio di una paga di 20 euro.
Contro il dilagare del fenomeno degli opifici clandestini in provincia di Napoli si schiera la dottoressa Carmela Rescigno, responsabile del Dipartimento Salute di Fratelli d'Italia con una nota diffusa alla stampa che riportiamo per intero.
“Grazie ai carabinieri che oggi( sabato per chi legge) in provincia di Napoli, nel comune di Grumo Nevano, hanno portato alla luce l’ennesimo caso di attività irregolare portata avanti da immigrati. Un fenomeno diffuso in provincia di Napoli che sta mettendo in ginocchio i piccoli imprenditori locali che pagano le tasse e rispettano la legge. Dodici persone sono state scoperte a lavorare in un locale di 150 metri quadri in pessime condizioni igienico sanitarie, con attrezzature non conformi e senza che fosse stato almeno redatto il documento di valutazione dei rischi. Nove delle 12 persone sono risultate prese “a nero” e lavoravano 11 ore al giorno tutti i giorni. La titolare 32enne del Bangladesh è stata denunciata per sfruttamento del lavoro dei 3 clandestini e per varie violazioni alle norme per la sicurezza sul lavoro”: è quanto dichiara in una nota Carmela Rescigno, responsabile del Dipartimento Salute di Fratelli di Italia in Campania. “E’ chiaro come ci sia una parte di immigrati che non solo non rispetta le norme ma, come nel caso di Grumo Nevano, si organizza per attività illecite. In alcuni territori della provincia è giunto il momento che lo Stato faccia sentire la propria presenza procedendo all’immediata espulsione di tutti gli immigrati che non rispettano la legge” - conclude Rescigno
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