Inaugurata la lapide per Pamela. Luca Traini manda i fiori
E' stata inaugurata questa mattina una lapide a forma di fiore di loto per ricordare Pamela Mastroprietro, la 18enne romana fuggita il 29 gennaio scorso da una casa di recupero dalle tossicodipendenze a Corridonia, e poi ritrovata cadavere il 31 gennaio, fatta a pezzi e lasciata in due trolley, a Casette Verdini, frazione di Pollenza, a pochi chilometri da Macerata.Del delitto è accusato il nigeriano Innocent Oseghale, detenuto ad Ancona ma le indagini non sono concluse.
La lapide inaugurata stamattina è stata collocata sul terrapieno, appena un paio di metri sopra la cunetta dove furono abbandonati i due trolley con dentro i poveri resti. Numerose i presenti alla cerimonia insieme ai genitori e altri familiari della ragazza. Sono intervenuti il vescovo di Macerata, monsignor Nazzareno Marconi, il sindaco di Pollenza, Luigi Monti, il parlamentare Tullio Patassini, la consigliera comunale di Macerata Debora Pantana. E per l’occasione Luca Traini, il giovane autore il successivo 3 febbraio di un raid a sfondo razzista a colpi di pistola contro immigrati nelle strade del Macerata per vendicare l’omicidio di Pamela, ha fatto pervenire tramite suo fratello un mazzo di fiori. La lapide, progettata da Leonardo Annessi, è stata scoperta dopo una breve preghiera da parte del vescovo, il quale ha chiesto che il miglior ricordo di Pamela sia nel fare del bene, non nell’odio o nella vendetta. Dai familiari un appello alle istituzioni per fare piena luce sulla vicenda, individuare tutte le responsabilità, fare giustizia, evitare un’altra Pamela. Sulla lapide la scritta "Il fiore di loto è in grado di sbocciare in tutta la sua bellezza nonostante viva nel fango. A te Pamela che sarai per sempre il simbolo della rinascita e della purezza in un mondo contaminato dalla violenza". Successivamente la famiglia di Pamela ha raggiunto via Spalato, a Macerata, fermandosi in raccoglimento nel giardino antistante lo stabile dove c’è l’appartamento abitato da Oshegale dove la ragazza era entrata per fare uso di eroina e invece ha trovato una fine orrenda. C’e’ già una proposta in Consiglio comunale, presentata da alcuni consiglieri: quello spazio verde sia chiamato ’Il parco di Pamela’.
La lapide inaugurata stamattina è stata collocata sul terrapieno, appena un paio di metri sopra la cunetta dove furono abbandonati i due trolley con dentro i poveri resti. Numerose i presenti alla cerimonia insieme ai genitori e altri familiari della ragazza. Sono intervenuti il vescovo di Macerata, monsignor Nazzareno Marconi, il sindaco di Pollenza, Luigi Monti, il parlamentare Tullio Patassini, la consigliera comunale di Macerata Debora Pantana. E per l’occasione Luca Traini, il giovane autore il successivo 3 febbraio di un raid a sfondo razzista a colpi di pistola contro immigrati nelle strade del Macerata per vendicare l’omicidio di Pamela, ha fatto pervenire tramite suo fratello un mazzo di fiori. La lapide, progettata da Leonardo Annessi, è stata scoperta dopo una breve preghiera da parte del vescovo, il quale ha chiesto che il miglior ricordo di Pamela sia nel fare del bene, non nell’odio o nella vendetta. Dai familiari un appello alle istituzioni per fare piena luce sulla vicenda, individuare tutte le responsabilità, fare giustizia, evitare un’altra Pamela. Sulla lapide la scritta "Il fiore di loto è in grado di sbocciare in tutta la sua bellezza nonostante viva nel fango. A te Pamela che sarai per sempre il simbolo della rinascita e della purezza in un mondo contaminato dalla violenza". Successivamente la famiglia di Pamela ha raggiunto via Spalato, a Macerata, fermandosi in raccoglimento nel giardino antistante lo stabile dove c’è l’appartamento abitato da Oshegale dove la ragazza era entrata per fare uso di eroina e invece ha trovato una fine orrenda. C’e’ già una proposta in Consiglio comunale, presentata da alcuni consiglieri: quello spazio verde sia chiamato ’Il parco di Pamela’.
Nessun commento: