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Aquila nera, errore di citazione, rinviato il processo all'avanguardia ordinovista

E’ stato rinviato al prossimo 19 novembre, per consentire la notifica del nuovo capo di imputazione così come corretto in aula dall’accusa, il processo fissato davanti alla Corte d’Assise di Chieti a carico di 18 persone (dei 44 indagati iniziali)  accusate di associazione con finalità di terrorismo anche internazionale e di eversione dell’ordine democratico e di incitamento all’odio razziale. Secondo l'accusa avrebbero promosso, costituito e organizzato ’Avanguardia Ordinovista’, creando un centro studi Progetto Olimpo che richiama gli ideali del disciolto Movimento politico Ordine Nuovo con il proposito, recita l’accusa, di compiere atti di violenza tramite attentati a  Equitalia, magistrati e forze dell’ordine al fine di destabilizzare l’ordine pubblico e la tranquillità dello Stato e poi introdursi tramite un'apparente attività lecita di partecipazione alle elezioni con il partito da loro creato, all’interno dell’ordine democratico quale unica soluzione alla destabilizzazione sociale. Il movimento, con base in Abruzzo, si sarebbe irradiato usando molto i contatti sui social network per una prima cernita dei simpatizzanti attratti da una propaganda dell'azione violenta che non ha avuto modo di concretizzarsi. Notevole l'età media degli imputati: un settantenne, due sessantenni, undici cinquantenni, tre trentenni, un ventenne.
La modifica consiste nell'aver cancellato dal capo di imputazione le persone la cui posizione era stata nel frattempo archiviata. Tra queste Katia de Ritis, consigliera comunale di un paesino abruzzese arrestata nonostante avesse un tumore, e Rutilio Sermonti, scomparsi nelle more del procedimento. Alcuni difensori avevano eccepito, in avvio di udienza la nullità del capo di imputazione per indeterminatezza e genericità .
A capo del gruppo di estrema destra, che fu sgominato quattro anni fa con l’operazione ’Aquila nera’, c’era Stefano Manni, ex carabiniere, ascolano residente a Montesilvano che nel processo con rito abbreviato era stato già condannato a 6 anni di reclusione, dissociato. Tra gli obiettivi annunciati del gruppo, secondo quanto emerse dalla indagini, ci sarebbero stati due ex presidenti della Regione, Ottaviano Del Turco e Gianni Chiodi, la senatrice del Partito Democratico Stefania Pezzopane, il vice sindaco dell’Aquila ed ex procuratore Nicola Trifuoggi e l’allora leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini. Il piano eversivo ’studiato a tavolino’ venne stroncato da una raffica di arresti da parte dei carabinieri del Ros.
A giudizio davanti alla Corte d’Assise sono finiti:
Franco La Valle, 54 anni di Chieti, esponente di Confederatio, un'altra organizzazione della destra radicale,
Luigi Nanni (51), residente a Canosa Sannita,
Luigi Di Menno Di Bucchianico (51), di Lanciano, un amico della de Ritis, uno di quelli che si lamentava per i ritardi nel passaggio all'azione,
Marina Pellati (52) di Varese, ma residente a Montesilvano, compagna di Stefano Manni,
Emanuele Pandolfina Del Vasto (67), originario di Palermo ma residente a Pescara,
Luca Infantino (37) di Legnano, l'altra figura apicale del gruppo,
Maria Grazia Callegari (60) di Venezia, strettissima collaboratrice di Manni con responsabilità per il reclutamento,
Franco Crespi (55) e Omelia Carolina Garoli (57), una coppia milanese decisa a passare all'azione, lui si era reso disponibile a reperire fondi per le armi e a compiere un attentato contro il pentito e collaboratore dei servizi Marco Affatigato, lei è sospettata di aver compiuto sopralluoghi in supermercati da rapinare in Abruzzo;
Marco Pavan (33) di Mirano,
Mario Mercuri (79) di Petritoli (Ascoli Piceno), l'unico presente in aula.
Giuseppa Caltagirone (57) di Casteldaccia e Valerio Ronchi (51) di Mariano Comense, un'altra coppia milanese, coinvolta per aver partecipato alle attività di formazione promosse da Invernizzi
Daniela Bugatti (57) di Milano, Marco Cirronis (39) di Cagliari, Jacopo Cozzi (24) di Cuggiono nel milanese, Tiziana Mori (50) di Pavia e Giovanni Trigona (52) di Palermo. 

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