23 giugno 1980: il volantino di rivendicazione dell'omicidio del pm Amato
[Seguono minacce ai traditori, definiti] «camerati [...] ladri o rapinatori con l’alone eroico e rivoluzionario appiccicato sulle spalle» e a «guardie, infami e compagni che si sono macchiati del nostro sangue. Per quel che riguarda il caso della guardia Evangelista e dei suoi fortunatissimi colleghi, l’unica cosa che a noi dispiace sono i mancati funerali. Dato che ci manca la possibilità di fare altro, data la nostra entità numerica, a noi non resta che la vendetta. Il massimo che possiamo fare è vendicare i camerati uccisi o in galera. Se non possiamo averli tra noi, dobbiamo almeno non farli sentire inutili e questo non per pietismo ma perché la vendetta è sacra! [...] Per conseguire questi obiettivi non c’è bisogno né di «covi» né di «grandi organizzazioni». Tre camerati fidati e buona volontà bastano. E se tre non ce ne sono, ne bastano due e non ci dite che non ci sono due camerati fidati! Ma anche se fosse, il nostro compito è di continuare a cercarli o, se necessario, crearli. Creare lo spontaneismo armato. Chiudiamo questo documento, dicendo a chi ci accusa di non essere abbastanza politici che non ci interessa la loro politica, bensì lottare e nella lotta c’è molto poco spazio per le chiacchiere. E a chi ci accusa di non avere un futuro rispondiamo: signori, siete sicuri voi di avere ben chiaro il presente? E a chi ci accusa di essere dei disperati ribattiamo che è meglio la nostra «disperazione» della vigliaccheria. A chi serve una mano, sarà data e sarà piombo per chi continua a inquinare la nostra gioventù predicando l’attesa o roba simile. Noi ora torniamo alle nostre case, continuando la solita vita, in vista della prossima vendetta [...] Oggi, 23-6-1980, alle ore 8.05 abbiamo eseguito la sentenza di morte emanata contro il sostituto procuratore Mario Amato, per le cui mani passavano tutti i processi a carico dei camerati [...] Per la dinamica è da tenere presente che si è usata una calibro 38 special, con un proiettile la cui punta era a testa cava. Inoltre il mezzo usato, Honda 400 rossa, è stato requisito a G. Brignoni, nato a Pantelleria e residente in via Norvegia, come risulta dal libretto della moto. Ciò è avvenuto in via Salaria, vicino all’aeroporto dell’Urbe
FONTE: Nicola Rao, Trilogia della celtica, Sperling & Kupfer
Per una più ampia ricostruzione dell'omicidio e del suo scenario politico vedi l'Alter-Ugo
FONTE: Nicola Rao, Trilogia della celtica, Sperling & Kupfer
Per una più ampia ricostruzione dell'omicidio e del suo scenario politico vedi l'Alter-Ugo
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