Voto di scambio: arrestati 2 esponenti siciliani della Lega. La delusione di Giorgetti
L'ex parlamentare regionale ed ex sindaco di Monreale della destra di governo di Alleanza Nazionale, Salvatore Caputo detto Salvino, avvocato penalista e commissario straordinario per i comuni della provincia di Palermo del movimento "Noi con Salvini" durante le elezioni amministrative della scorsa primavera, è stato arrestato dai carabinieri con l'accusa di voto di scambio insieme al fratello Mario, anche lui avvocato, e candidato alle ultime elezioni all'Ars sempre con la Lega.
L'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari è stata emessa dal Giudice per le indagini preliminari di Termini Imerese su richiesta della Procura. I carabinieri hanno arrestato anche Benito Vercio, 62 anni, indicato dagli investigatori come "procacciatore di voti nel termitano".
Nel corso delle indagini, la Procura della Repubblica avrebbe accertato dodici episodi di compravendita di voti in cambio di promesse di posti di lavoro o altre utilità posti in essere da due degli arrestati insieme ad altri indagati.
"Sono deluso e amareggiato, la magistratura faccia il suo lavoro, ma sono errori di cui far tesoro per non ripeterli in futuro". Questo è il commento, a caldo, di Giancarlo Giorgetti, capogruppo della Lega alla Camera, all'arresto di due esponenti del Carroccio. Secondo l'esponente leghista "se ci sono delle colpe si condanni pesantemente, ma non credo che in Sicilia siano gli unici sospettati per questo reato".
Alla domanda se la Lega abbia imbarcato al Sud troppi esponenti della vecchia politica locale, il capogruppo risponde "è possibile che in alcune zone sia stato commesso qualche errore, in un percorso di crescita in zone problematiche". "Ma, precisa, la Lega che compra voti in Sicilia mi sembra una ricostruzione fantasiosa".
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