Bologna vieta la vendita dei gadget fascisti. I commercianti: li venderemo altrove
Stop a Bologna alla vendita di accendini con l'effige del Duce, calendari, busti e souvenir di Mussolini, croci celtiche ed oggetti che rimandano al nazismo ed al fascismo.
Lo scorso 26 marzo il comune di Bologna ha approvato una delibera, con i voti di Partito Democratico, Cinque Stelle, Coalizione Civica che stringe le maglie dei suoi regolamenti per impedire la concessione di spazi e sale comunali a formazioni neofasciste sia l'esposizione e la vendita di gadget fascisti fabbricati in epoche storiche al ventennio fascista.
Nel mirino del comune di Bologna, oltre alle organizzazioni politiche "neofasciste" sono finiti gli ambulanti dei vari mercatini presenti in città che vendevano gadget per appassionati e collezionisti del fascismo e del neofascismo.
A pochi giorni dall'introduzione del divieto, che ha trovato la contrarietà in consiglio comunale di Forza Italia e Lega, dai banchetti dei mercati sono spariti gli accendini con l'effige del Duce o con la croce celtica ed ogni souvenir che richiami al nazismo ed al fascismo.
Del ventennio, sotto gli occhi dei clienti, rimangono solo cimeli, tessere del Partito Nazionale Fascista, quaderni di piccoli balilla, francobolli e cartolina, di cui è libera la vendita in quanto reperti storici.
Gli ambulanti, per continuare a vendere oggettistica "fascista" saranno costretti ad andare via da Bologna, d'altronde il divieto è in vigore solo in questa città.
A chiedere l'applicazione nel modo più deciso e rigido possibile del regolamento è il capogruppo del Partito Democratico Mazzanti anche per porre finalmente un freno a queste derive fasciste.
D'altronde Bologna è città medaglia d’oro alla Resistenza, e deve essere chiaro che il fascismo non appartiene alla cultura democratica e la vendita per fini commerciali non può essere una giustificazione”, puntualizza l’assessore alla cultura Matteo Lepore, augurandosi che la legge Fiano (che introduce nel codice penale il reato di propaganda fatta tramite i simboli del fascismo) già passato alla Camera venga approvata dal prossimo Parlamento.
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