20 aprile 1979: bomba al Campidoglio del Movimento rivoluzionario popolare
Una bomba esplode all’una di notte del 20 aprile, davanti all’ingresso della sala Giulio Cesare, in Campidoglio. All'interno, dove fino a due ore prima c 'era stato Consiglio comunale, molte poltrone sono divelte e squarciate. Vengono utilizzati quasi quattro chili di esplosivo. Agiscono in tre: Iannilli, che piazza l’ordigno, accompagnato da Paolo Aleandri e Bruno Mariani, che scriveranno un volantino di rivendicazione. Poi telefonano al quotidiano Vita Sera e lo fanno ritrovare in un cestino dei rifiuti tra via XX Settembre e via Pastrengo. Ecco il testo:
Movimento Rivoluzionario Popolare. Questa notte, alle ore 12.50 abbiamo colpito la sede del Comune di Roma al Campidoglio, centro di potere e di controllo. Distruggere i covi della repressione palese e occulta. Battere lo sforzo repressivo con la guerriglia popolare diffusa. Libertà per tutti i prigionieri rivoluzionari.
Spunta dunque una nuova sigla: Mrp. Con tanto di simbolo: un mitra stilizzato, che si incrocia con una vanga. Il linguaggio è volutamente al di là della destra e della sinistra, e ricalca vagamente quello utilizzato dai gruppi armati della galassia rossa. Non si parla mai di «camerati», anzi, si invoca la libertà dei «prigionieri», di tutti, indistintamente. E ricorre più volte l’aggettivo «popolare», entrato nel lessico dei Signorelli boys fin dai tempi di Lotta Popolare.
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