Pontecorvo: la stele in ricordo dell'esercito marocchino è stata distrutta
A Pontecorvo, comune di poco più di 13 mila abitanti in provincia di Frosinone, il monumento dedicato alle truppe marocchine che il 17 maggio del 1943 devastarono, rubarono, razziarono, violentarono e uccisero circa 3500 donne, di età compresa tra gli 8 e gli 85 anni e molti uomini che cercarono, invano, di proteggere le loro donne, finendo impalati, è stato distrutto nella notte tra sabato 24 e domenica 25 marzo.
Un monumento, ad onor del vero, già coperto, in un recente passato, da sacchi neri della spazzatura da militanti di Forza Nuova, di cui la rimozione era stata richiesta da Niki Dragonetti, candidato alle passate elezioni regionali del Lazio a sostegno del sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, ed anche dai cittadini di Pontecorvo ed Esperia che considerano il monumento come un insulto, un'offesa nei confronti di donne, bambini e uomini che hanno dovuto subire le barbarie messa in atto dalle truppe nord africane, alleate ma completamente folli.
D'altronde non c'è famiglia ad Esperia, Pontecorvo, Vallecorsa, Amaseno che non pianga il dolore dell'infamia subita.
Anche Maurizio Boccacci, storico leader degli skinhead, fondatore del disciolto Movimento Politico Occidentale, oggi leader di Militia, in una lettera, che questo blog ha pubblicato nei giorni scorsi, in polemica con la mancata inaugurazione del monumento in onore dei paracadutisti tedeschi a Cassino, aveva annunciato il suo personale impegno a distruggere il monumento dedicato alle truppe marocchine.
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