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Sangue e violenza sulla campagna elettorale: “Rischiamo un attentato”. Lo scontro frontale tra neofascisti e antifascisti

L'azione di Palermo è la più preoccupante perché è stata decisa a tavolino e pianificata: ha avuto bisogno di pedinamenti, appostamenti, “pali” al momento dell'azione. Il gruppo coinvolto non è inferiore a dieci persone. Ricorda molto gli attentati dei gruppi armati d'estrema sinistra negli anni di piombo e affonda le radici tecniche nelle azioni dei Gap e della Sap durante la guerra civile. 
L'uso del telefonino per girare un video accentua la tendenza alla spettacolarizzazione già presente nei primi sequestri lampo delle Brigate rosse, come ci racconta Ugo Maria Tassinari, fondatore di questo blog, in un interessante articolo pubblicato dal portale di informazione Tiscali, che potete leggere cliccando qui

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