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Ragusa, Forza Nuova e Fiamma Tricolore ricordano Acca Larentia, tensione in piazza

Lontani mille miglia per ideologia, vicini in un'unica piazza. Militanti di Forza Nuova e di Fiamma Tricolore anarchici e antifascisti. Separati da poche decine di metri.
Una domenica 7 gennaio davvero insolita per la città di Ragusa, dove per la prima volta, Forza Nuova e Fiamma Tricolore hanno voluto organizzare una manifestazione per ricordare la strage di Acca Larentia del 7 gennaio 1978 dove  persero la vita tre militanti del Fronte della Gioventù, raggruppamento giovanile del Movimento Sociale Italiano Destra Nazionale: due, Franco Bigonzetti e Francesco Ciavetta colpiti a morte da una raffica di mitra Skorpion sparata alle loro spalle, Stefano Recchioni, per un colpo di pistola esploso da un carabiniere dopo momenti di tensioni tra militanti missini e forze dell'ordine.
Il corteo è partito da piazza Stazione, dove con un tamburo che apriva il cammino e con fiaccole e bandiere i rappresentati di Forza Nuova e Fiamma Tricolore, hanno attraversato le vie principali della città concludendo il corteo in piazza San Giovanni.

"Abbiamo reso gli onori dovuti ai nostri martiri, ai martiri per la Patria, nell'unico modo che conosciamo: attraverso il silenzio ed il raccoglimento, e rinnovando, di fronte alla loro gloriosa memoria, il giuramento di lotta e vittoria che, molti anni fa, abbiamo deciso di prestare per l'amore che portiamo al nostro popolo ed all’Italia", ha dichiarato il segretario regionale Giuseppe Bonanno Conti
L’arrivo del corteo in piazza San Giovanni è stato segnato dalle contestazioni del movimento antifascista. Poi il reciproco scambio di insulti ma per fortuna nessun contatto tra le due fazioni anche grazie all’ingente spiegamento di agenti delle Forze dell’Ordine.
Una presenza spontanea e non organizzata, precisa Pippo Gurrieri, componente del movimento Anarchico di Ragusa e del fronte antifascista: “Forza Nuova ha voluto organizzare per la prima volta questa manifestazione a Ragusa forse volendo provocare e per di più ha scelto di concludere l’evento in piazza San Giovanni, proprio a pochi metri dalla lapide che ricorda i giovani ragusani uccisi dalla mano fascista. Più che una commemorazione ci è sembrata una provocazione”. 

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