Fratelli d’Italia insorge contro la candidatura di Carullo: offesa la storia della destra
Non sono giorni facili per il coordinamento regionale campano di Fratelli d'Italia. Caos, anarchia, animate discussioni sulla scelta di alcuni candidati, non graditi alla base del partito perché incompatibili con la cultura politica e la storia della destra provocano divisioni,malumori, scoramenti.
D'altronde la clamorosa scelta, davvero contro natura, di candidare nel collegio plurinominale Avellino Benevento, come capolista Massimiliano Carullo, al secondo mandato da sindaco di Mercogliano, comune di 12 mila abitanti, eletto in una lista civica di area centro sinistra, in passato considerato molto vicino al Partito Democratico ed al governatore Vincenzo De Luca non poteva non portare malumore nella classe dirigente irpina e sannita di Fratelli d'Italia.
Una classe dirigente che avrebbe preferito sostenere altre candidature, di alto profilo, coerenti con la storia della destra come quella di Pasquale Viespoli, ex sottosegretario al lavoro ed alle politiche sociali del governo Berlusconi II, già sindaco di Benevento dal 1993 al 2001 e dell'ex consigliere regionale Franco D' Ercole, già assessore regionale al turismo durante la presidenza Rastrelli.
Una candidatura, quella di Carullo, che trova il gradimento di Giorgia Meloni e di Edmondo Cirielli ma non dei dirigenti irpini e sanniti del partito che sono insorti.
Infatti, nel pomeriggio di lunedì, a poche ore dalla presentazione della lista di partito, per esprimere il loro dissenso, hanno organizzato una conferenza stampa, organizzata presso il circolo della stampa di Avellino,alla quale hanno preso parte la portavoce provinciale Maria Paola De Stefano, il vice coordinatore regionale Arturo Meo, l'ex consigliere Franco D'Ercole e l'ex senatore Pasquale Viespoli.
Franco D' Ercole, nel corso del suo intervento, ha sollevato una questione di metodo, per cui il fatto che si sia fatta una scelta paracadutata dall'alto, senza condivisione con la base, rappresenta un clamoroso errore. D'altronde questo modo di operare dimostra che non si è tenuto in nessuna considerazione il territorio, né la classe dirigente locale che ha tenuto accesa la fiamma della destra per tanti anni.
E sulla sua esclusione D'Ercole dichiara:"«Io ho sempre detto che avevo solo dato la mia disponibilità. Quando sono rientrato in Fratelli d’Italia, su richiesta dei vertici nazionali, l’ho fatto per offrire la mia esperienza al progetto. Mi sembra difficile che ora possa essere utile a chi è stato scelto senza nessuna aderenza alla nostra storia».
Un punto di vista, questo, che Pasquale Viespoli, storico esponente della destra sannita, nel Msi prima, in An poi, declina anche per il Sannio: «La nostra è una valutazione di ordine politico. Candidare Carullo è stato un errore al di là della persona. Costruire modalità di consenso sul trasferimento del pacchetto elettorale dei notabili – attacca - è una vecchia storia che Fratelli d’Italia faceva bene ad evitare».Un’altra valutazione di sistema – spiega - è che non si possono penalizzare le province di Avellino e Benevento in partenza, decidendo di non dare alcun collegio uninominale. Il dato è che si determina, con questa candidatura, una posizione che rende il partito subalterno, per scelte ascritte alla desistenza più che alla capacità di aggregare consenso».Anche Viespoli precisa che «nessuno aveva chiesto candidature». «Il problema non riguarda noi, ma la dignità del territorio. Meloni ha sbagliato, doveva candidarsi in Campania. Ora, soprattutto al Sud, c’è la possibilità di un risultato negativo».Maria Paola De Stefano, portavoce provinciale, rilancia: «Non ci sono ordini di scuderia per noi, siamo in profondo dissenso con una candidatura per nulla coerente con il nostro percorso».Arturo Meo, vice coordinatore regionale, è caustico: «E’ di destra chi sostiene che quella di De Luca sia una Regione ben amministrata, che protesta con De Magistris e fa del suo comune la terra dell’accoglienza dei migranti illegali?».
Un punto di vista, questo, che Pasquale Viespoli, storico esponente della destra sannita, nel Msi prima, in An poi, declina anche per il Sannio: «La nostra è una valutazione di ordine politico. Candidare Carullo è stato un errore al di là della persona. Costruire modalità di consenso sul trasferimento del pacchetto elettorale dei notabili – attacca - è una vecchia storia che Fratelli d’Italia faceva bene ad evitare».Un’altra valutazione di sistema – spiega - è che non si possono penalizzare le province di Avellino e Benevento in partenza, decidendo di non dare alcun collegio uninominale. Il dato è che si determina, con questa candidatura, una posizione che rende il partito subalterno, per scelte ascritte alla desistenza più che alla capacità di aggregare consenso».Anche Viespoli precisa che «nessuno aveva chiesto candidature». «Il problema non riguarda noi, ma la dignità del territorio. Meloni ha sbagliato, doveva candidarsi in Campania. Ora, soprattutto al Sud, c’è la possibilità di un risultato negativo».Maria Paola De Stefano, portavoce provinciale, rilancia: «Non ci sono ordini di scuderia per noi, siamo in profondo dissenso con una candidatura per nulla coerente con il nostro percorso».Arturo Meo, vice coordinatore regionale, è caustico: «E’ di destra chi sostiene che quella di De Luca sia una Regione ben amministrata, che protesta con De Magistris e fa del suo comune la terra dell’accoglienza dei migranti illegali?».
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