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Gianfranco Fini: "Ecco perchè ho mentito sulla casa di Montecarlo"

(G.p) La verità è un concetto che, per Gianfranco Fini, ex Presidente della Camera dei Deputati ed ultimo presidente di Alleanza Nazionale, a geometria variabile. Plasmabile a seconda del momento storico, delle circostanze, dell'opportunità.
E così che all'ultima chiamata prima della probabile richiesta di rinvio a giudizio suo e dei Tulliani da parte della Procura della Repubblica di Roma, cade l'ultima bugia in ordine di tempo dell'ex presidente della Camera come ci racconta il quotidiano Libero in un interessante articolo, che pubblichiamo per intero.



Due versioni non coincidenti. E non di poco, quelle rese da Gianfranco Fini ai magistrati romani che lo hanno indagato per riciclaggio internazionale di denaro. Nella prima, l'ex presidente di An ed ex presidente della Camera aveva detto di non sapere che la compagna Elisabetta Tulliani e la di lei fratello Giancarlo avessero acquistato, e non preso in affitto da una società terza, la famosa casa di Montecarlo, per poi spartirsi equamente i proventi della vendita dello stesso immobile a un prezzo enormemente superiore a quello al quale lo avevano acquistato.
E la seconda, resa appena una quindicina di giorni fa, in cui lo stesso Fini ammette di aver saputo che la compagna e il "cognato" avevano acquistato l'immobile donato dalla principessa Colleoni ad An, ma di aver taciuto il fatto "per le ripercussioni laceranti che tali mie affermazioni avrebbero potuto causare nel mio ambito familiare, soprattutto con riferimento alle mie figlie".
Quando però, lo scorso 10 ottobre, l'ex alta carica dello Stato s'è visto recapitare dai finanzieri dello Scico l'avviso di conclusione delle indagini , che altro non è che l'anticamera del rinvio a giudizio, ha deciso che forse era il caso di iniziare a prendere le distanze dalla famiglia Tulliani, compresa la sua Elisabetta. E così, come riporta il quotidiano Il Tempo in un lungo articolo, ecco la nuova versione di Fini, resa ai magistrati nell'interrogatorio del 16 novembre: "Oggi sono convinto che per affermare la mia onorabilità devo prescindere dalle mie vicende familiari, per quanto dolorose".





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