Quei preti "neri" con la foto del Duce sull'altare
Prete e fascista, padre Giulio Tam non perde occasione per far parlare di sè . In occasione del 28 ottobre, giorno della marcia su Roma grazie ad una predica, diffusa sui principali social network (con oltre 100 mila visualizzazione sulla pagina facebook di chi l'ha postata) esalta Mussolini e il fascismo. Nel corso della sua predica ha spiegato cosa vuol dire essere fascisti: credere,combattere, morire per la nostra civiltà.
Il collega Nino Materi, dalle colonne de Il Giornale, con un interessante articolo, che pubblichiamo per intero, ci descrive, con dovizia di particolari, quei preti "neri" con la foto di Mussolini sull'altare.
Articolo che riportiamo per intero.
".La mia tonaca? Una camicia nera taglia XXL». Un prete che - tra una messa in onore di Mussolini e una benedizione ai nostalgici della Repubblica di Salò - pronunci una simile frase, andrebbe scomunicato, trattato come un soggetto folcloristico o pietosamente ignorato? Il problema si pone, ad esempio, con don Giulio Tam che la suddetta frase l'ha esclamata davvero, facendo un figurone con tutti i camerati per i quali rappresenta un mito in abito talare.
Non c'è infatti anniversario a sfondo nazifascista che don Giulio non si prenda la briga di battezzare fra un tripudio di fasci littori, svastiche, foto del Duce e anche qualche «santino» di Hitler.
Ogni 28 ottobre, don Giulio - foss'anche in corso il Giudizio Universale - lo troverete, immancabilmente, in quel di Predappio per porre il suo sigillo religioso alla commemorazione della Marcia su Roma, circondato dai suoi fan di Forza Nuova: leggiadra organizzazione in cui don Giulio svolge il delicato ruolo di «padre spirituale». «Il modello di don Giulio - come ha scritto il vaticanista, Giacomo Galeazzi - sono i preti neri del ventennio come don Gino Artini, don Angelo Baroni, fra Galdino, don Alberico Manetti, don Antonio Bruzzesi, fra Ginepro da Pompeiana. O don Ettore Civati, centurione della Milizia, volontario in Albania, podestà in Valtellina e fascista così fascista da finire spretato e diventare funzionario del Minculpop. O su tutti don Tullio Calcagno, il prete scismatico che teorizzò una sua idea di cattolicesimo fascista, diede vita alla rivista Crociata italica, finì sospeso a divinis e scomunicato ed arrivò a un punto tale di rottura con la Chiesa che, davanti al plotone di esecuzione, rifiutò perfino il conforto di un sacerdote». Ma qui il discorso dovrebbe essere molto più ampio e riguardare storicamente le controverse relazioni intercorse tra la Chiesa e il regime nazifascista.
Tornando invece ai nostri giorni, non si creda che don Giulio Tam sia l'unico prete nero in circolazione. In questi giorni, funestati dalla vicenda Priebke, si è infatti molto agitato anche il suo collega lefebvriano don Floriano Abrahamowicz, parroco di Paese (Treviso), il quale - oltre a definire Priebke «un brav'uomo, vittima dell'ingiustizia italiana» -, ha aggiunto in un empito negazionista che «nei lager tedeschi le camere a gas servivano solo per sterilizzare gli abiti degli ebrei». Echi molto più soft di preti mussoliniani arrivano anche da Catania con don Antonio Lo Curto e dal Comasco con don Luigi Barindelli.
Sul fronte opposto, quello «comunista», fino a poco tempo fa c'era don Andrea Gallo che in chiesa i suoi fedeli li accoglieva col pugno chiuso e al grido di «Bella Ciao». Don Gallo è morto e oggi tutti lo ricordano come un «eroe partigiano»e un «simbolo della libertà». Ma questa è un'altra storia.
Ogni 28 ottobre, don Giulio - foss'anche in corso il Giudizio Universale - lo troverete, immancabilmente, in quel di Predappio per porre il suo sigillo religioso alla commemorazione della Marcia su Roma, circondato dai suoi fan di Forza Nuova: leggiadra organizzazione in cui don Giulio svolge il delicato ruolo di «padre spirituale». «Il modello di don Giulio - come ha scritto il vaticanista, Giacomo Galeazzi - sono i preti neri del ventennio come don Gino Artini, don Angelo Baroni, fra Galdino, don Alberico Manetti, don Antonio Bruzzesi, fra Ginepro da Pompeiana. O don Ettore Civati, centurione della Milizia, volontario in Albania, podestà in Valtellina e fascista così fascista da finire spretato e diventare funzionario del Minculpop. O su tutti don Tullio Calcagno, il prete scismatico che teorizzò una sua idea di cattolicesimo fascista, diede vita alla rivista Crociata italica, finì sospeso a divinis e scomunicato ed arrivò a un punto tale di rottura con la Chiesa che, davanti al plotone di esecuzione, rifiutò perfino il conforto di un sacerdote». Ma qui il discorso dovrebbe essere molto più ampio e riguardare storicamente le controverse relazioni intercorse tra la Chiesa e il regime nazifascista.
Tornando invece ai nostri giorni, non si creda che don Giulio Tam sia l'unico prete nero in circolazione. In questi giorni, funestati dalla vicenda Priebke, si è infatti molto agitato anche il suo collega lefebvriano don Floriano Abrahamowicz, parroco di Paese (Treviso), il quale - oltre a definire Priebke «un brav'uomo, vittima dell'ingiustizia italiana» -, ha aggiunto in un empito negazionista che «nei lager tedeschi le camere a gas servivano solo per sterilizzare gli abiti degli ebrei». Echi molto più soft di preti mussoliniani arrivano anche da Catania con don Antonio Lo Curto e dal Comasco con don Luigi Barindelli.
Sul fronte opposto, quello «comunista», fino a poco tempo fa c'era don Andrea Gallo che in chiesa i suoi fedeli li accoglieva col pugno chiuso e al grido di «Bella Ciao». Don Gallo è morto e oggi tutti lo ricordano come un «eroe partigiano»e un «simbolo della libertà». Ma questa è un'altra storia.
I preti Dovrebbero sull'altare avere stalin comunista vero cuore d'oro andatelo a dire ai PRETI UCCISI COI CROCEFISSSI FICCATI NEGLI OCCHI ,ANDATELO A DIRE AI 7 MILIONI MORTI CON L'HOLODOMOR E AI MORTI A MILIONI NEI GULAG ,CARI GIORNALISTI AVETE GIA RISERVATO UN BEL POSTO PER L'INFERNO,TANTO VOI COME GLI EBREI NON CI CREDETE ALL'ALDILA
RispondiElimina..pare che ad alcuni preti i crocifissi li abbiano inseriti nel culo!...
EliminaDigitate:"IL GENOCIDIO DELLE ANIME " chissa se si svegliano le anime dei giornalisti e dell'anpi,lo spero, voi non siete come quel popolo nemico di Gesu'
RispondiEliminaCi scommetto LA thailandia (e dire che ci tengo)alpha male e'o un figlio della vedova o un ebreo tipica comicita volgare coprofagia a go go chutzpah ebraica ,il Fiano ti paga bene ! Ai comunisti in buona fede provate digitare e leggere:" LA scuola dei cadaveri pdf*" di Celine mi ringrazierete ,none mai troppo tardi!
RispondiEliminaottime parole pitigrì! comunque ti consiglio un corso x prendere la licenza elementare!
EliminaMa che bisogno c'e' ! Vivo in Thailand se mai LA licenza Thai ,sawadee kaap ,venite piuttosto qui da me allocean marina c'e' lo show boat,le risorse Della Boldrini qui non soon ammesse e fanno bene
RispondiElimina