Ora Casa Pound è un partito vero
(G.p)Il collega Antonio Rapisarda, dalle colonne de Il Tempo, storico quotidiano romano, in un interessante articolo, che pubblichiamo per intero, ci descrive la sua giornata di domenica 5 novembre trascorsa (tra vento, tempeste, blocchi delle forze dell'ordine, siparietti con esponenti del Partito Democratico), con Luca Marsella, candidato di Casa Pound il vero elemento di questa tornata amministrativa ad Ostia, capace di conquistare oltre il 9% dei consensi.
«A' Luca, me spieghi come te devo votà?», urla un ragazzo dal finestrino della macchina. Non lo ha mai visto in vita sua ci spiega Luca Marsella. «È un buon segno», dice. E in questa domenica campale per Ostia e per il X Municipio, ma soprattutto per CasaPound, non sarà l'unico incontro del genere. Alla fine il risultato storico sembra essere arrivato seppur all'una passata ancora in termini ufficiosi: tanti voti nelle periferie e un media che si avvicina al 9-10%. Alla notizia nel comitato elettorale delle tartarughe frecciate scatta un applauso scrosciante. La tensione si trasforma in speranza per il grande colpo: la svolta. In attesa dei risultati ufficiali Il Tempo ha voluto trascorrere tutta la domenica proprio con Luca Marsella, il candidato su cui l'attenzione mediatica e politica si è fatta più forte dopo che i sondaggi hanno paventato un boom per Cpi alle elezioni del Municipio del litorale romano commissariato due anni fa per mafia. Attenzione che, come ogniqualvolta si tratta di fenomeni non riconducibili ai canoni del politicamente corretto, è diventato allarmismo per alcuni network e per le forze di sinistra: in questo caso legato a presunte amicizie e sostegni al candidato non conforme, a partire dai membri del clan Spada. «Un danno personale questa falsa notizia per la mia campagna – ci racconta in mattinata Marsella nella sede del movimento, dove si effettua la distribuzione di aiuti alimentari agli italiani -. La nostra colpa? Aver organizzato una festa per i bambini in un quartiere come Nuova Ostia completamente abbandonato dalle istituzioni. È lì che si sviluppa il malaffare: nell'abbandono sociale». E se ad Acilia, nel popoloso e popolare villaggio San Giorgio «abitato dai primi profughi istriani e poi ex feudo del Pci», sono in tanti a fermare per strada Marsella il disco non cambia nemmeno davanti alla Municipalità di Ostia centro, la zona bene. «Le serrande abbassate in questa zona? Sono il frutto della cattiva narrazione emersa da Mafia Capitale – ci spiega uno dei dirigenti dell'Ascom, l'associazione dei commercianti -. Solo CasaPound si è schierata a sostegno dell'impresa locale, senza dietrologie». Anche lui voterà Marsella. Il sondaggio informale delle nove del mattino, insomma, sembra confemare l'aria di svolta. Qui a Ostia i “fascisti del terzo millennio” possono tentare il colpaccio: conquistare un seggio in consiglio e, magari ambire a qualcosa di più, a quel 10% registrato da alcuni sondaggi che potrebbe significare anche scavalcare il Pd, l'ex partito egemone a Ostia prima dell'arresto del suo presidente. «Se dovesse accadere diventiamo una forza politica reale che a quel punto contende lo spazio occupato dalla stessa Giorgia Meloni», spiega il candidato. In attesa del responso delle urne ci tengono a inquadrare il blocco sociale della lista civica federata a Casa Pound in queste elezioni: «Il capolista è un imprenditore che possiede una discoteca all'interno di uno degli stabilimenti balneari. Abbiamo poi un ingegnere ambientale ma anche un rappresentante dei pescatori di Ostia che abbiamo sostenuto». Tra borgate e mondo delle professioni sembra questo dunque il coté che guarda al movimento della destra radicale «contro il vuoto istituzionale dei 5 Stelle che, figuratevi, si sono messi a ripulire la città a pochi giorni dalle elezioni: roba da democristiani». Poco prima di mezzogiorno andiamo a prendere Carlotta Chiaraluce, la compagna di vita di Marsella nonché candidata capolista per CasaPound: occorre portare il bebè dai nonni. «Nostro figlio Cesare è nato appena tre mesi fa – racconta Carlotta -, proprio in campagna elettorale. È nato in un contesto di impegno sociale: restituire un futuro a ciò che diventerà la sua generazione». Poco prima di pranzo, poi, è il momento del voto per Luca Marsella. E qui assistiamo al siparietto che conferma l'apprensione del mondo politico tradizionale rispetto all'avanzata delle tartarughe frecciate: l'ingresso al seggio viene sbarrato ai giornalisti (numerosi) che attendevano il candidato sovranista. Marsella non si scompone: «Continuano ad avere paura di Casapound, è evidente. Non è un problema questo per noi come non sono un problema gli attacchi ad orologeria che sono arrivati a poco giorni dalle urne. Non ci faranno perdere un voto: il nostro risultato eclatante sarà la risposta a tutto questo». Ma non finisce qui. Qualche ora dopo eccoci incrociare in un altro seggio il candidato del Pd Athos De Luca, «quello ossessionato da Casa
Pound». Li invito a stringersi la mano. Marsella è d'accordo. De Luca si nega perdendo la calma e mettendo in mezzo il ritornello sulle mafie. L'esponente di Cpi replica con ironia e un pizzico di perfidia: «Si sarà confuso. Forse era arrabbiato perché non lo hanno fatto votare visto che non è residente nel X Municipio ma è capitato qui per sbaglio...».
«A' Luca, me spieghi come te devo votà?», urla un ragazzo dal finestrino della macchina. Non lo ha mai visto in vita sua ci spiega Luca Marsella. «È un buon segno», dice. E in questa domenica campale per Ostia e per il X Municipio, ma soprattutto per CasaPound, non sarà l'unico incontro del genere. Alla fine il risultato storico sembra essere arrivato seppur all'una passata ancora in termini ufficiosi: tanti voti nelle periferie e un media che si avvicina al 9-10%. Alla notizia nel comitato elettorale delle tartarughe frecciate scatta un applauso scrosciante. La tensione si trasforma in speranza per il grande colpo: la svolta. In attesa dei risultati ufficiali Il Tempo ha voluto trascorrere tutta la domenica proprio con Luca Marsella, il candidato su cui l'attenzione mediatica e politica si è fatta più forte dopo che i sondaggi hanno paventato un boom per Cpi alle elezioni del Municipio del litorale romano commissariato due anni fa per mafia. Attenzione che, come ogniqualvolta si tratta di fenomeni non riconducibili ai canoni del politicamente corretto, è diventato allarmismo per alcuni network e per le forze di sinistra: in questo caso legato a presunte amicizie e sostegni al candidato non conforme, a partire dai membri del clan Spada. «Un danno personale questa falsa notizia per la mia campagna – ci racconta in mattinata Marsella nella sede del movimento, dove si effettua la distribuzione di aiuti alimentari agli italiani -. La nostra colpa? Aver organizzato una festa per i bambini in un quartiere come Nuova Ostia completamente abbandonato dalle istituzioni. È lì che si sviluppa il malaffare: nell'abbandono sociale». E se ad Acilia, nel popoloso e popolare villaggio San Giorgio «abitato dai primi profughi istriani e poi ex feudo del Pci», sono in tanti a fermare per strada Marsella il disco non cambia nemmeno davanti alla Municipalità di Ostia centro, la zona bene. «Le serrande abbassate in questa zona? Sono il frutto della cattiva narrazione emersa da Mafia Capitale – ci spiega uno dei dirigenti dell'Ascom, l'associazione dei commercianti -. Solo CasaPound si è schierata a sostegno dell'impresa locale, senza dietrologie». Anche lui voterà Marsella. Il sondaggio informale delle nove del mattino, insomma, sembra confemare l'aria di svolta. Qui a Ostia i “fascisti del terzo millennio” possono tentare il colpaccio: conquistare un seggio in consiglio e, magari ambire a qualcosa di più, a quel 10% registrato da alcuni sondaggi che potrebbe significare anche scavalcare il Pd, l'ex partito egemone a Ostia prima dell'arresto del suo presidente. «Se dovesse accadere diventiamo una forza politica reale che a quel punto contende lo spazio occupato dalla stessa Giorgia Meloni», spiega il candidato. In attesa del responso delle urne ci tengono a inquadrare il blocco sociale della lista civica federata a Casa Pound in queste elezioni: «Il capolista è un imprenditore che possiede una discoteca all'interno di uno degli stabilimenti balneari. Abbiamo poi un ingegnere ambientale ma anche un rappresentante dei pescatori di Ostia che abbiamo sostenuto». Tra borgate e mondo delle professioni sembra questo dunque il coté che guarda al movimento della destra radicale «contro il vuoto istituzionale dei 5 Stelle che, figuratevi, si sono messi a ripulire la città a pochi giorni dalle elezioni: roba da democristiani». Poco prima di mezzogiorno andiamo a prendere Carlotta Chiaraluce, la compagna di vita di Marsella nonché candidata capolista per CasaPound: occorre portare il bebè dai nonni. «Nostro figlio Cesare è nato appena tre mesi fa – racconta Carlotta -, proprio in campagna elettorale. È nato in un contesto di impegno sociale: restituire un futuro a ciò che diventerà la sua generazione». Poco prima di pranzo, poi, è il momento del voto per Luca Marsella. E qui assistiamo al siparietto che conferma l'apprensione del mondo politico tradizionale rispetto all'avanzata delle tartarughe frecciate: l'ingresso al seggio viene sbarrato ai giornalisti (numerosi) che attendevano il candidato sovranista. Marsella non si scompone: «Continuano ad avere paura di Casapound, è evidente. Non è un problema questo per noi come non sono un problema gli attacchi ad orologeria che sono arrivati a poco giorni dalle urne. Non ci faranno perdere un voto: il nostro risultato eclatante sarà la risposta a tutto questo». Ma non finisce qui. Qualche ora dopo eccoci incrociare in un altro seggio il candidato del Pd Athos De Luca, «quello ossessionato da Casa
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