Grosseto vuole via Almirante, l'Anpi ed il Pd dicono no
(G.p)In alcuni comuni d'Italia esiste una via dedicata a Giorgio Almirante, storico segretario del Movimento Sociale Italiano Destra Nazionale principale partito di destra presente nell'agone politico italiano.
Ma a Grosseto in molti non vogliono neanche sentirne parlare di una via intitolata ad Almirante.
A dividere la città toscana è l'ipotesi di una via dedicata a Giorgio Almirante, storico leader missino. Il sindaco Colonna, che guida una giunta di centro destra, ha appoggiato la proposta sostenuta da Fratelli d'Italia Alleanza Nazionale e dalla Lega Nord scatenando le prevedibili per non dire scontate ire della sinistra e della locale sezione dell'associazione nazionale partigiani d'Italia.
Almirante, spiega una nota diffusa dalla locale Anpi, è stato complice del più efferato eccidio nazi-fascista perpetrato in Maremma, ovvero l'uccisione di 83 minatori compiuta a Niccioleta, il 13 giugno del 1944, in seguito ad un manifesto affisso in tutti i comuni della provincia di Grosseto e firmato da lui.
Non solo. Almirante, continua la nota "partigiana" collaborò alla rivista La difesa della razza come segretario di redazione. Grazie a questa rivista si occupò di far penetrare in Italia le tesi razziste provenienti dalla Germania nazista.
La storia del manifesto, ad onor del vero, non è nuova, essendo venuta alla luce all'inizio degli anni 70'.
Il manifesto affisso in provincia di Grosseto, nel maggio del 1944, riportava il seguente testo: " alle ore 24 del 25 maggio scade il termine per la presentazione ai posti militari e di polizia italiana e tedeschi degli sbandati appartenenti a bande. Entro le ore 24 del 25 maggio gli sbandati che si presenteranno non saranno sottoposti ad alcuni processo penale e sanzioni.
Tutti coloro che non si saranno presentati saranno considerati fuori legge e passati per le armi mediante fucilazione alla schiena.
Almirante ha sempre negato ogni sua responsabilità, spiegando che non era suo potere, in quanto in qualità di Capo di Gabinetto del ministro della Cultura Ferdinando Mezzasoma, firmare manifesti di quel tipo.
Una tesi ribadita dal leader missino anche nel suo libro Autobiografia di un fucilatore.
Dopo una lunga battaglia in tribunale, una verità è venuta fuori. Giorgio Almirante mandò un telegramma alla prefettura con il testo del manifesto, non scritto da lui, e che per errore la sua firma venne poi lasciata.
E' colpevole? Era un semplice passacarte? Siamo di fronte ad una montatura della sinistra? Negarli una via è fuori dal tempo, precisa Giovanni Donzelli, consigliere regionale toscano di Fratelli d'Italia Alleanza Nazionale e riesumare falsità storiche come quella che sostiene la tesi di un Almirante fucilatore è ridicolo.
Il sindaco Colonna, non comprende la polemica. Almirante fu un politico di primissimo piano, apprezzato trasversalmente, che ha sempre mostrato rispetto per gli avversari. E' stato eletto alla Camera ininterrottamente per 10 legislature, è stato tra i fondatori del Movimento Sociale Italiano ed ha avuto il merito di portare gli ex fascisti all'interno del gioco democratico.
Nonostante le parole del sindaco, l'opposizione Partito Democratico in testa è pronta a votare no.
Ma a Grosseto in molti non vogliono neanche sentirne parlare di una via intitolata ad Almirante.
A dividere la città toscana è l'ipotesi di una via dedicata a Giorgio Almirante, storico leader missino. Il sindaco Colonna, che guida una giunta di centro destra, ha appoggiato la proposta sostenuta da Fratelli d'Italia Alleanza Nazionale e dalla Lega Nord scatenando le prevedibili per non dire scontate ire della sinistra e della locale sezione dell'associazione nazionale partigiani d'Italia.
Almirante, spiega una nota diffusa dalla locale Anpi, è stato complice del più efferato eccidio nazi-fascista perpetrato in Maremma, ovvero l'uccisione di 83 minatori compiuta a Niccioleta, il 13 giugno del 1944, in seguito ad un manifesto affisso in tutti i comuni della provincia di Grosseto e firmato da lui.
Non solo. Almirante, continua la nota "partigiana" collaborò alla rivista La difesa della razza come segretario di redazione. Grazie a questa rivista si occupò di far penetrare in Italia le tesi razziste provenienti dalla Germania nazista.
La storia del manifesto, ad onor del vero, non è nuova, essendo venuta alla luce all'inizio degli anni 70'.
Il manifesto affisso in provincia di Grosseto, nel maggio del 1944, riportava il seguente testo: " alle ore 24 del 25 maggio scade il termine per la presentazione ai posti militari e di polizia italiana e tedeschi degli sbandati appartenenti a bande. Entro le ore 24 del 25 maggio gli sbandati che si presenteranno non saranno sottoposti ad alcuni processo penale e sanzioni.
Tutti coloro che non si saranno presentati saranno considerati fuori legge e passati per le armi mediante fucilazione alla schiena.
Almirante ha sempre negato ogni sua responsabilità, spiegando che non era suo potere, in quanto in qualità di Capo di Gabinetto del ministro della Cultura Ferdinando Mezzasoma, firmare manifesti di quel tipo.
Una tesi ribadita dal leader missino anche nel suo libro Autobiografia di un fucilatore.
Dopo una lunga battaglia in tribunale, una verità è venuta fuori. Giorgio Almirante mandò un telegramma alla prefettura con il testo del manifesto, non scritto da lui, e che per errore la sua firma venne poi lasciata.
E' colpevole? Era un semplice passacarte? Siamo di fronte ad una montatura della sinistra? Negarli una via è fuori dal tempo, precisa Giovanni Donzelli, consigliere regionale toscano di Fratelli d'Italia Alleanza Nazionale e riesumare falsità storiche come quella che sostiene la tesi di un Almirante fucilatore è ridicolo.
Il sindaco Colonna, non comprende la polemica. Almirante fu un politico di primissimo piano, apprezzato trasversalmente, che ha sempre mostrato rispetto per gli avversari. E' stato eletto alla Camera ininterrottamente per 10 legislature, è stato tra i fondatori del Movimento Sociale Italiano ed ha avuto il merito di portare gli ex fascisti all'interno del gioco democratico.
Nonostante le parole del sindaco, l'opposizione Partito Democratico in testa è pronta a votare no.
Pertini e I vari eroi Della resistenza partigiani indicavano ai bombardieri americani e inglesi dove bombardare i centri migliori da colpire in modo da affievolire LA voglia di resistenza del popolo italiano davanti al nemico ANGLOSASSONE,questi TRADITORI HANNO PERMESSO LA DISTRUZIONE DI INTERE CITTA VEDI TREVISO E DI VARIE TRAGEDIE VEDI UNA BOMBA CHE"CASUALMENTE" CADDE IN UNA SCUOLA DI GORLA (MI) PROVOCANDO UN ECCIDIO DI BAMBINI.I veri eroi sono quelli che sono morti per l'italia e non per chi l'ha tradita andando col vincitore.Fosse vivo Dante avrebbe creato un bel girone dell'inferno anche per I polici e pennivendoli di oggi traditori volontari che permettono la sostituzione del popolo italiano
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